PORRONA
nella Valle dell'Ombrone sanese.
– Castello con chiesa plebana (S. Donato) e due ville signorili, nella Comunità e circa due miglia a settentrione di Cinigiano, Giurisdizione e Diocesi di Montalcino, una volta di Grosseto, Compartimento grossetano.
Le ville di Porrona di sopra e Porrona di sotto risiedono l'una su un poggetto, l'altra più bassa, fiancheggiata da levante a grecale dal torrente Ribusieri, e da scirocco a libeccio dal Trisolla, il primo tributario dell'Orcia, l'altro dell'Ombrone.
Fu Porrona uno dei castelli stati donati alla badia di S.
Antimo i di cui abati tenevano costà un sindaco o visconte. Ciò apparisce da un'obbligazione del dì 16 agosto 1212, colla quale Ubertino di Bernardino console di Porrona, stando in Camigliano presso Montalcino, in nome di quella Comunità e dell'abate di S. Antimo, si obbligò pagare alla Repubblica sanese la somma di soldi 108 e denari 4. – (ARCHIVIO DIPLOMATICO SANESE Kaleffo vecchio); Però nel 1271 gli uomini di Porrona eransi ribellati alla repubblica sanese, avvegnachè in quell'anno i Signori Nove che il potestà di Siena dovesse ridurre a obbedienza gli abitanti del Castello di Porrona. Infatti costoro dopo aver eletto un loro rappresentante per sottomettere alla Repubblica di Siena il castello, corte e uomini di Porrona, fu dato effetto a quella deliberazione nel dì 3 luglio 1277 davanti Everardo rappresentante di Orlando Rossi da Parma, potestà di Siena. – loc. cit. Kaleffo dell'Assunta).
Due anni dopo, per rogito del 10 agosto 1279, il nobil uomo Meo di Guerrino sindaco del Comune di Siena a nome di questo alienò per il prezzo di 700 marche d'argento a Gilberto cittadino sanese il dominio utile del Castello di Porrona confiscato a Bernardino e Bertoldo da Cinigiano per aver ricusato di obbedire agli ordini della Repubblica sanese; comecchè nei giorni 12 e 13 agosto dello stesso anno gli uomini di Porrona giurassero fedeltà alla Repubblica predetta coll'obbligarsi di pagare ai suoi uffiziali i dazi e pesi come quando eglino furono vassalli di Bernardino e di Bertoldo da Cinigiano.(ivi).
In seguito la corte di Porrona, mediante la strada Dogana, si divise fra due nobili famiglie senesi, la Piccolomini e la Tolomei, e costà spesse volte quei signori si recarono in favorevoli stagioni a villeggiare.
Il Gigli nel suo Diario sanese racconta che il Pontefice Pio II andò alla villa di Porrona nel 1459, un anno prima che Jacopo di Stefano Tolomei donasse tutta la sua tenuta di Porrona di sopra ai canonici agostiniani di S. Maria degli Angeli di Siena, ai quali lo stesso Pio II confermò tal donazione con bolla del 19 giugno 1460 data in Petriolo; cioè l'anno secondo del suo pontificato, a condizione che a forma del testamento d'Jacopo Tolomei venissero soddisfatti i legati pii lasciati alla chiesa di S. Donato e di S. Giovanni a Porrona, il cui padronato fu conservato alla casa Tolomei.
Nel 1590 il Granduca Ferdinando I concesse facoltà a Scipione Piccolomini padrone della tenuta di Porrona di sotto di erigerla in priorato e commenda della Religione militare di S. Stefano PP. e martire per esso e per tutta la sua linea mascolina in infinito. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte di S. Maria degli Angeli di Siena).
La parrocchia plebana di S. Donato a Porrona nel 1833 contava 380 abitanti.
Le ville di Porrona di sopra e Porrona di sotto risiedono l'una su un poggetto, l'altra più bassa, fiancheggiata da levante a grecale dal torrente Ribusieri, e da scirocco a libeccio dal Trisolla, il primo tributario dell'Orcia, l'altro dell'Ombrone.
Fu Porrona uno dei castelli stati donati alla badia di S.
Antimo i di cui abati tenevano costà un sindaco o visconte. Ciò apparisce da un'obbligazione del dì 16 agosto 1212, colla quale Ubertino di Bernardino console di Porrona, stando in Camigliano presso Montalcino, in nome di quella Comunità e dell'abate di S. Antimo, si obbligò pagare alla Repubblica sanese la somma di soldi 108 e denari 4. – (ARCHIVIO DIPLOMATICO SANESE Kaleffo vecchio); Però nel 1271 gli uomini di Porrona eransi ribellati alla repubblica sanese, avvegnachè in quell'anno i Signori Nove che il potestà di Siena dovesse ridurre a obbedienza gli abitanti del Castello di Porrona. Infatti costoro dopo aver eletto un loro rappresentante per sottomettere alla Repubblica di Siena il castello, corte e uomini di Porrona, fu dato effetto a quella deliberazione nel dì 3 luglio 1277 davanti Everardo rappresentante di Orlando Rossi da Parma, potestà di Siena. – loc. cit. Kaleffo dell'Assunta).
Due anni dopo, per rogito del 10 agosto 1279, il nobil uomo Meo di Guerrino sindaco del Comune di Siena a nome di questo alienò per il prezzo di 700 marche d'argento a Gilberto cittadino sanese il dominio utile del Castello di Porrona confiscato a Bernardino e Bertoldo da Cinigiano per aver ricusato di obbedire agli ordini della Repubblica sanese; comecchè nei giorni 12 e 13 agosto dello stesso anno gli uomini di Porrona giurassero fedeltà alla Repubblica predetta coll'obbligarsi di pagare ai suoi uffiziali i dazi e pesi come quando eglino furono vassalli di Bernardino e di Bertoldo da Cinigiano.(ivi).
In seguito la corte di Porrona, mediante la strada Dogana, si divise fra due nobili famiglie senesi, la Piccolomini e la Tolomei, e costà spesse volte quei signori si recarono in favorevoli stagioni a villeggiare.
Il Gigli nel suo Diario sanese racconta che il Pontefice Pio II andò alla villa di Porrona nel 1459, un anno prima che Jacopo di Stefano Tolomei donasse tutta la sua tenuta di Porrona di sopra ai canonici agostiniani di S. Maria degli Angeli di Siena, ai quali lo stesso Pio II confermò tal donazione con bolla del 19 giugno 1460 data in Petriolo; cioè l'anno secondo del suo pontificato, a condizione che a forma del testamento d'Jacopo Tolomei venissero soddisfatti i legati pii lasciati alla chiesa di S. Donato e di S. Giovanni a Porrona, il cui padronato fu conservato alla casa Tolomei.
Nel 1590 il Granduca Ferdinando I concesse facoltà a Scipione Piccolomini padrone della tenuta di Porrona di sotto di erigerla in priorato e commenda della Religione militare di S. Stefano PP. e martire per esso e per tutta la sua linea mascolina in infinito. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte di S. Maria degli Angeli di Siena).
La parrocchia plebana di S. Donato a Porrona nel 1833 contava 380 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 586.
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