MONTALTO nel Val dâArno inferiore
â Due castelletti ora dis trutti esistevano nei secoli andati nel territorio di Sanminiato, uno nel piviere della Fabbrica di Cigoli con chiesa dedicata a S. Pietro, e lâaltro, da cui prese il titolo la chiesa di S. Ilario, nellâantico pievanato di Mosciano, ora di Montopoli, nella di cui ComunitĂ e un miglio toscano al suo grecale risiedeva, Giurisdizione di Sanminiato, Diocesi medesima, una volta di Lucca, Compartimento di Firenze.
Alla villa di Montalto del piviere di Mosciano sembra che riferire si debba una pergamena dellâArchivio Arcivescovile di Lucca dellâanno 980, edita nel supplemento al Testo IV delle Memorie Lucchesi, colla quale Guido vescovo di Lucca allivellò a Teudegrimo figlio del fu Farolfo (autore dei nobili di Vallecchia e di Corvaja) la metĂ delle rendite e tributi che dovevano alla loro chiesa battesimale gli uomini di varie ville comprese nei pievanati di S. Pietro a Mosciano e di S. Gervasio in Val dâEra, fra le quali ville è nominata questa di Montalto.
Di un Castello di Montalto presso S. Romano fece piĂš volte menzione Giovanni Lelmi nel suo Diario Sanminiatese nelle prime tre decadi del secolo XIV; e pochi ruderi di una casa torrita sopra un poggetto che porta il nome di Montalto appariscono tuttora sulla ripa sinistra dellâEvola fra S. Romano e Montopoli.
In uno dei due luoghi di Montalto (non saprei se di cigoli o di Montopoli) ebbero signoria dopo il mille i conti Cadolingi, e quindi gli Upezzinghi di Pisa. â Infatti nel principio del secolo XII questo Montalto era pervenuto in parte nel cardinal Guido di Caprona e in Ubaldino suo fratello, figli entrambi di Ugo di Fucecchio; i di cui antenati avevano rinunziato una parte del Castello e territorio di Montalto alla loro badia di Fucecchio.
Quindi è che nellâanno 1107, nel mese di giugno, fu pronunziato un placito dalla contessa Matilda, mentre essa era allâassedio di Prato, col quale fu dichiarato Anselmo abate di Fucecchio legittimo possessore della porzione del castello di Montalto della diocesi di Lucca, pervenuta a quella badia per donazione fatta da Ranieri figlio di Rustico. â (FIORENTINI,MEMOR della Contessa Matilde) Io non dirò a quale dei due castelletti di Montalto applicare si debba un istrumento dellâArchivio Arcivescovile di Lucca dellâanno 762, allora quando Peredeo vescovo di essa cittĂ , consacrò in Montalto unâoratorio dedicato a S. Giorgio, stato eretto poco innanzi e dotato da un tal Causari abitante, o piuttosto signore del luogo. Credo bensĂŹ, che a questo Montalto e alla stessa chiesa di S. Giorgio appelli una carta dellâArchivio Arcivescovile di Lucca del 3 ottobre 976; e del Montalto nel piviere della Fabbrica di Cigoli fa menzione unâaltro documento lucchese del 18 giugno 882.
â (MEMORIE LUCCHESIT. IV. e V. P. II. E III.) Incerto il Professore Bertini, come lo fu il Padre Mansi, sulla ubicazione di quel Montalto, stato in parte stato in parte nel 1107 confermato allâabazia di Fucecchio, ne andarono entrambi in cerca fuori dellâantica diocesi lucchese. Per buona sorte a ravvisarlo che fosse quello uno dei due Montalti del ValdâArno inferiore ne ajuta una scrittura del 1144 pubblicata dal Muratori. Ă un istrumento del 18 marzo, col quale il cardinale diacono Guido di Caprona ed Ubaldino germani, figli del fu Ugo di Fucecchio, per liberarsi dai sinistri effetti della guerra che ardeva allora fra i Lucchesi ed i Pisani, concederono in perpetuo al pontefice Lucio II, e per esso alla Sede Apostolica la loro porzione del castello di Montalto acquistato in compra da un tal Gandolfo di Bibbona con altre due porzioni del Castello medesimo donate da Ubaldino di Caprona da Ubizio e da Ranuzio di lui fratelli germani. Coteste quattro porzioni del castello e corte di Montalto restavano indivise da una quinta parte, la quale ultima spettava a Turpino figlio del fu Rollando nato da Ugo, e perciò fratello anchâesso del cardinal Guido, e di Ubaldino di Caprona. Infine in quel medesimo istrumento si dichiara che il castello col distretto di Montalto era situato nel vescovato lucchese juxta Arnum. â (MURAT.Ant. Med. Aevi. Dissert.47). â Vedere lâArticolo Fucecchio.
Montalto del distretto di Sanminiato, al dire del cronista Giovanni Lelmi testĂŠ citato, dopo varie vicende sofferte per guerre accadute fra i Pisani e i Sanminiatesi, fu totalmente diroccato; comecchè nella pace del 12 marzo 1318 stile pisano,(1317 stile fiorentino) gli Anziani di Pisa si obbligassero di restituire al Comune di Sanminiato dieci fortezze del loro distretto che allora ritenevano i Ghibellini fuorusciti, dovende queste consegnarsi libere agli eredi di Tebaldo deâMangiadori. Le fortezze dal Lelmi nominate erano le seguenti; Morioro, Bulconevisi, Cumolo, Bucciano, Agliati, Comugnoli, Stibbio, la Torre a S. Romano, Montalto e Camporena.
Alla villa di Montalto del piviere di Mosciano sembra che riferire si debba una pergamena dellâArchivio Arcivescovile di Lucca dellâanno 980, edita nel supplemento al Testo IV delle Memorie Lucchesi, colla quale Guido vescovo di Lucca allivellò a Teudegrimo figlio del fu Farolfo (autore dei nobili di Vallecchia e di Corvaja) la metĂ delle rendite e tributi che dovevano alla loro chiesa battesimale gli uomini di varie ville comprese nei pievanati di S. Pietro a Mosciano e di S. Gervasio in Val dâEra, fra le quali ville è nominata questa di Montalto.
Di un Castello di Montalto presso S. Romano fece piĂš volte menzione Giovanni Lelmi nel suo Diario Sanminiatese nelle prime tre decadi del secolo XIV; e pochi ruderi di una casa torrita sopra un poggetto che porta il nome di Montalto appariscono tuttora sulla ripa sinistra dellâEvola fra S. Romano e Montopoli.
In uno dei due luoghi di Montalto (non saprei se di cigoli o di Montopoli) ebbero signoria dopo il mille i conti Cadolingi, e quindi gli Upezzinghi di Pisa. â Infatti nel principio del secolo XII questo Montalto era pervenuto in parte nel cardinal Guido di Caprona e in Ubaldino suo fratello, figli entrambi di Ugo di Fucecchio; i di cui antenati avevano rinunziato una parte del Castello e territorio di Montalto alla loro badia di Fucecchio.
Quindi è che nellâanno 1107, nel mese di giugno, fu pronunziato un placito dalla contessa Matilda, mentre essa era allâassedio di Prato, col quale fu dichiarato Anselmo abate di Fucecchio legittimo possessore della porzione del castello di Montalto della diocesi di Lucca, pervenuta a quella badia per donazione fatta da Ranieri figlio di Rustico. â (FIORENTINI,MEMOR della Contessa Matilde) Io non dirò a quale dei due castelletti di Montalto applicare si debba un istrumento dellâArchivio Arcivescovile di Lucca dellâanno 762, allora quando Peredeo vescovo di essa cittĂ , consacrò in Montalto unâoratorio dedicato a S. Giorgio, stato eretto poco innanzi e dotato da un tal Causari abitante, o piuttosto signore del luogo. Credo bensĂŹ, che a questo Montalto e alla stessa chiesa di S. Giorgio appelli una carta dellâArchivio Arcivescovile di Lucca del 3 ottobre 976; e del Montalto nel piviere della Fabbrica di Cigoli fa menzione unâaltro documento lucchese del 18 giugno 882.
â (MEMORIE LUCCHESIT. IV. e V. P. II. E III.) Incerto il Professore Bertini, come lo fu il Padre Mansi, sulla ubicazione di quel Montalto, stato in parte stato in parte nel 1107 confermato allâabazia di Fucecchio, ne andarono entrambi in cerca fuori dellâantica diocesi lucchese. Per buona sorte a ravvisarlo che fosse quello uno dei due Montalti del ValdâArno inferiore ne ajuta una scrittura del 1144 pubblicata dal Muratori. Ă un istrumento del 18 marzo, col quale il cardinale diacono Guido di Caprona ed Ubaldino germani, figli del fu Ugo di Fucecchio, per liberarsi dai sinistri effetti della guerra che ardeva allora fra i Lucchesi ed i Pisani, concederono in perpetuo al pontefice Lucio II, e per esso alla Sede Apostolica la loro porzione del castello di Montalto acquistato in compra da un tal Gandolfo di Bibbona con altre due porzioni del Castello medesimo donate da Ubaldino di Caprona da Ubizio e da Ranuzio di lui fratelli germani. Coteste quattro porzioni del castello e corte di Montalto restavano indivise da una quinta parte, la quale ultima spettava a Turpino figlio del fu Rollando nato da Ugo, e perciò fratello anchâesso del cardinal Guido, e di Ubaldino di Caprona. Infine in quel medesimo istrumento si dichiara che il castello col distretto di Montalto era situato nel vescovato lucchese juxta Arnum. â (MURAT.Ant. Med. Aevi. Dissert.47). â Vedere lâArticolo Fucecchio.
Montalto del distretto di Sanminiato, al dire del cronista Giovanni Lelmi testĂŠ citato, dopo varie vicende sofferte per guerre accadute fra i Pisani e i Sanminiatesi, fu totalmente diroccato; comecchè nella pace del 12 marzo 1318 stile pisano,(1317 stile fiorentino) gli Anziani di Pisa si obbligassero di restituire al Comune di Sanminiato dieci fortezze del loro distretto che allora ritenevano i Ghibellini fuorusciti, dovende queste consegnarsi libere agli eredi di Tebaldo deâMangiadori. Le fortezze dal Lelmi nominate erano le seguenti; Morioro, Bulconevisi, Cumolo, Bucciano, Agliati, Comugnoli, Stibbio, la Torre a S. Romano, Montalto e Camporena.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 314.
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