MONTE GIOVI in Val di Sieve
– Castellare sul vertice di un poggio omonimo, dove fu una chiesa (S. Andrea) fra il piviere di S. Cresci in Valcava e quello di S. Eustachio in Acone, nella Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 8 a settentrione del Pontassieve, Diocesi e Compartimento di Firenze.
È una delle principali montuosità che separano dal lato di ostro la valle della Sieve dal Val d’Arno sopra Firenze, e che manda i suoi contrafforti verso scirocco a Monte Fiesole e nella direzione di libeccio per Monte Rotondo, Monte Reggi e Monte Ceceri sino a Fiesole.
In questo Monte Giovi ebbero signoria i CC. Guidi innanzi che l’alienassero ai vescovi di Firenze con altri possessi vicini. – Vedere MONTE DI CROCE.
Infatti il Vescovo Giovanni da Velletri nel 10 febbrajo 1353 (stil. fior.) elesse Guido di Aldobrandino de’Visdomini di Firenze in potestà del Monte di Croce, di Monte Fiesole, della Pieve Vecchia , di Vico, di S. Cresci in Val Cava, di Monte Rinaldi, di Monte Giovi e di altri luoghi di dominio della sua mensa nel Mugello.
Della chiesa di S. Andrea posta sul poggio di Monte Giovi, stata di collazione dei vescovi fiorentini, così del castello, o torre, e delle case che ivi possedeva la mensa vescovile di Firenze, trovasi fatta menzione nel libro appellato il Bollettone, stato in gran parte spogliato dal Lami.
Nel quale libro è registrato il sunto di varii istrumenti del secolo XIII, relativi a tributi, patti di colonia e servigi dovuti ai Vesc. fiorentini dagli abitanti di Monte Giovi, mentre altri fedeli e vassalli erano obbligati di guardare per conto dei prelati medesimi la torre o Cast. di Monte Giovi. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor. pag. 151 253, 256, 257, 262, 855 e 856.) In quanto alla chiesa di S. Andrea a Monte Giovi essa nel 20 aprile del 1293 fu raccomandata dal Vesc. Andrea, e nel luglio del 1398, dal di lui successore Francesco, venne confermata al prete Bonaventura che dicesi abitante nel piviere di Monte Cuccoli.
La stessa chiesa di Monte Giovi nel 5 luglio del 1313, trovandosi vacante di rettore, fu conferita dal vescovo Antonio di Firenze al prete Santi, e di nuovo dallo stesso vescovo nel 10 maggio del 1319 datane l’investitura a ser Forte Nocchi da Calenzano. – (Oper. cit.) Che cotesta chiesa di S. Andrea di Monte Giovi fosse compresa nel piviere di Acone, o in quello di S. Cresci in Valcava, piuttostochè sottoposta alla pieve di Faltona, a cui trovasi ascritta nel catalogo delle chiese della diocesi fiorentina del 1299 pubblicato dal Lami, lo darebbero a congetturare diversi atti di locazioni; col primo dei quali del 12 gennajo 1288 il sindaco del vescovo Andrea diede in affitto a un tal Mazza del fu Benvenuto del popolo di S.
Martino in Valcava un pezzo di terra con castagneto e bosco della mensa vescovile di Firenze posto nel popolo di S. Cresai, in luogo appellato Monte Giovi.
Altri due documenti dello stesso secolo trattano di censi dovuti al vescovato fiorentino dagli uomini del comune di S. Martino a Ulmeta, e della villa di Casellino nel piviere di S. Cresci in Valcava per l’usufrutto della selva di Monte Giovi.
Altronde la parte orientale, compresa la sommità del monte dove fu il Castello di Monte Giovi, attualmente fa parte e forse sino da quella età apparteneva alla pieve di S.
Eustachio in Acone, nel cui popolo la cima di Montegiovi è situata.
In quanto al castello omonimo gli storici fiorentini, parlando della guerra nel 1350 guerreggiata in Mugello contro l’oste milanese, avvisarono, qualmente la Signorìa allora ordinò, che il Cast. di Monte Giovi fosse munito e guardato da un presidio delle sue genti armate. – Vedere ACONE, GALIGA E MONTE DI CROCE.
È una delle principali montuosità che separano dal lato di ostro la valle della Sieve dal Val d’Arno sopra Firenze, e che manda i suoi contrafforti verso scirocco a Monte Fiesole e nella direzione di libeccio per Monte Rotondo, Monte Reggi e Monte Ceceri sino a Fiesole.
In questo Monte Giovi ebbero signoria i CC. Guidi innanzi che l’alienassero ai vescovi di Firenze con altri possessi vicini. – Vedere MONTE DI CROCE.
Infatti il Vescovo Giovanni da Velletri nel 10 febbrajo 1353 (stil. fior.) elesse Guido di Aldobrandino de’Visdomini di Firenze in potestà del Monte di Croce, di Monte Fiesole, della Pieve Vecchia , di Vico, di S. Cresci in Val Cava, di Monte Rinaldi, di Monte Giovi e di altri luoghi di dominio della sua mensa nel Mugello.
Della chiesa di S. Andrea posta sul poggio di Monte Giovi, stata di collazione dei vescovi fiorentini, così del castello, o torre, e delle case che ivi possedeva la mensa vescovile di Firenze, trovasi fatta menzione nel libro appellato il Bollettone, stato in gran parte spogliato dal Lami.
Nel quale libro è registrato il sunto di varii istrumenti del secolo XIII, relativi a tributi, patti di colonia e servigi dovuti ai Vesc. fiorentini dagli abitanti di Monte Giovi, mentre altri fedeli e vassalli erano obbligati di guardare per conto dei prelati medesimi la torre o Cast. di Monte Giovi. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor. pag. 151 253, 256, 257, 262, 855 e 856.) In quanto alla chiesa di S. Andrea a Monte Giovi essa nel 20 aprile del 1293 fu raccomandata dal Vesc. Andrea, e nel luglio del 1398, dal di lui successore Francesco, venne confermata al prete Bonaventura che dicesi abitante nel piviere di Monte Cuccoli.
La stessa chiesa di Monte Giovi nel 5 luglio del 1313, trovandosi vacante di rettore, fu conferita dal vescovo Antonio di Firenze al prete Santi, e di nuovo dallo stesso vescovo nel 10 maggio del 1319 datane l’investitura a ser Forte Nocchi da Calenzano. – (Oper. cit.) Che cotesta chiesa di S. Andrea di Monte Giovi fosse compresa nel piviere di Acone, o in quello di S. Cresci in Valcava, piuttostochè sottoposta alla pieve di Faltona, a cui trovasi ascritta nel catalogo delle chiese della diocesi fiorentina del 1299 pubblicato dal Lami, lo darebbero a congetturare diversi atti di locazioni; col primo dei quali del 12 gennajo 1288 il sindaco del vescovo Andrea diede in affitto a un tal Mazza del fu Benvenuto del popolo di S.
Martino in Valcava un pezzo di terra con castagneto e bosco della mensa vescovile di Firenze posto nel popolo di S. Cresai, in luogo appellato Monte Giovi.
Altri due documenti dello stesso secolo trattano di censi dovuti al vescovato fiorentino dagli uomini del comune di S. Martino a Ulmeta, e della villa di Casellino nel piviere di S. Cresci in Valcava per l’usufrutto della selva di Monte Giovi.
Altronde la parte orientale, compresa la sommità del monte dove fu il Castello di Monte Giovi, attualmente fa parte e forse sino da quella età apparteneva alla pieve di S.
Eustachio in Acone, nel cui popolo la cima di Montegiovi è situata.
In quanto al castello omonimo gli storici fiorentini, parlando della guerra nel 1350 guerreggiata in Mugello contro l’oste milanese, avvisarono, qualmente la Signorìa allora ordinò, che il Cast. di Monte Giovi fosse munito e guardato da un presidio delle sue genti armate. – Vedere ACONE, GALIGA E MONTE DI CROCE.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 398.
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