REGOLO (SANTO)
in Val di Tora.
– Castellare, già capoluogo di una Comunità ch’ebbe nome dalla sua chiesa parrocchiale compresa nel piviere di Sotriano, attualmente oratorio, dal quale prende il titolo un’estesa fattoria nella Comunità e circa 2 miglia toscane a ostro di Fauglia, Giurisdizione di Livorno, Diocesi e Compartimento di Pisa.
II castellare di Santo Regolo, del cui cassero resta qualche avanzo, è situato sopra una collina cretosa fra il torrente Morra e la strada regia Maremmana, o Emilia di Scauro , un miglio a ostro dalla confluenza del torrente predetto nel fiume Tora e alquanto meno distante da Luciana.
La chiesa di Santo Regolo fu per qualche tempo di padronato della casa Gaetani di Pisa, comecchè sino dal secolo XII possedesse una corte costà anco il pievano di S. Maria a Fine, confermatagli da una bolla del Pontefice Alessandro III spedita nell’ottobre del 1178 al clero di detta pieve.
È posteriore di otto anni un istrumento rogato in Pisa lì 13 ottobre 1187 (stile pisano) col quale un possidente di Fauglia vendè 18 stiora di una selva confinante con i beni della mensa arcivescovile di Pisa, e con quelli dei figli di un tal Gualfredo da Santo Regolo. — (ARCH. ARCIV. DI PISA).
Appella anche a questo luogo di S. Regolo la rubrica 50 del libro IV dello Statuto pisano del 1285 (stile comune) relativa al mercato da farsi ogni mese, e ad una fiera annuale per la festa di S. Lorenzo concesso l’uno e l’altra dagli Anziani di Pisa al Comune di S. Lorenzo in Piazza dove si dichiara, che potevano riportare e portare liberamente le merci e vettovaglie tutti gli abitanti dei comunelli di Castell’Anselmo, di S. lorenzo in Piazza, di Pugnano, della Badia de’SS: Apostoli, di Nugola, di Colognole, di Parrana, di Postignano, di Santo Regolo, di Franeta, di Colle Salvetti e di Vicarello.
Scendendo alquanto verso levante del castellare di Santo Regolo trovasi la sua cappella titolare, già parrocchia, alla quale nel 1440 furono unite le due cure limitrofe di S.
Martino a Pagliana e di S. Petro a Paglianella. – Vedere PAGLIANA E PAGLIANELLA.
Dal castel di S. Regolo trasse il cognome una famiglia magnatizia pisana, la quale possedeva vasti predj in cotesta contrada, ed il cui ultimo fiato si estinse nel secolo XVI in un ribelle del granduca Cosimo I, per cui il suo patrimonio fu devoluto in parte al fisco, ed in parte toccò per eredità alla famiglia pisana Rosselmini che tuttora possiede costà una vasta tenuta, mentre la porzione pervenuta al fisco corrisponde alla fattoria regia di S.
Regolo alienata dalle RR. Possessioni nell’anno 1804.
I popoli di S. Regolo, di Pagliana e Paglianella insieme a quello di Lucciana si sottomisero alla Repubblica Fiorentina per atto pubblico del 20 ottobre 1406, in seguito della resa di Pisa, della quale coteste popolazioni seguitar dovettero la sorte.
In S. Regolo, dopo la sua vendita del 1804, e forse anche innanzi, si eressero varie fabbriche di sapone, di tessuti di cotone e lino, di filatoj con tintorie, gualchiere ecc.
II comunello di S. Regolo nel 1551 consisteva in 34 fuochi con 154 abitanti.
II castellare di Santo Regolo, del cui cassero resta qualche avanzo, è situato sopra una collina cretosa fra il torrente Morra e la strada regia Maremmana, o Emilia di Scauro , un miglio a ostro dalla confluenza del torrente predetto nel fiume Tora e alquanto meno distante da Luciana.
La chiesa di Santo Regolo fu per qualche tempo di padronato della casa Gaetani di Pisa, comecchè sino dal secolo XII possedesse una corte costà anco il pievano di S. Maria a Fine, confermatagli da una bolla del Pontefice Alessandro III spedita nell’ottobre del 1178 al clero di detta pieve.
È posteriore di otto anni un istrumento rogato in Pisa lì 13 ottobre 1187 (stile pisano) col quale un possidente di Fauglia vendè 18 stiora di una selva confinante con i beni della mensa arcivescovile di Pisa, e con quelli dei figli di un tal Gualfredo da Santo Regolo. — (ARCH. ARCIV. DI PISA).
Appella anche a questo luogo di S. Regolo la rubrica 50 del libro IV dello Statuto pisano del 1285 (stile comune) relativa al mercato da farsi ogni mese, e ad una fiera annuale per la festa di S. Lorenzo concesso l’uno e l’altra dagli Anziani di Pisa al Comune di S. Lorenzo in Piazza dove si dichiara, che potevano riportare e portare liberamente le merci e vettovaglie tutti gli abitanti dei comunelli di Castell’Anselmo, di S. lorenzo in Piazza, di Pugnano, della Badia de’SS: Apostoli, di Nugola, di Colognole, di Parrana, di Postignano, di Santo Regolo, di Franeta, di Colle Salvetti e di Vicarello.
Scendendo alquanto verso levante del castellare di Santo Regolo trovasi la sua cappella titolare, già parrocchia, alla quale nel 1440 furono unite le due cure limitrofe di S.
Martino a Pagliana e di S. Petro a Paglianella. – Vedere PAGLIANA E PAGLIANELLA.
Dal castel di S. Regolo trasse il cognome una famiglia magnatizia pisana, la quale possedeva vasti predj in cotesta contrada, ed il cui ultimo fiato si estinse nel secolo XVI in un ribelle del granduca Cosimo I, per cui il suo patrimonio fu devoluto in parte al fisco, ed in parte toccò per eredità alla famiglia pisana Rosselmini che tuttora possiede costà una vasta tenuta, mentre la porzione pervenuta al fisco corrisponde alla fattoria regia di S.
Regolo alienata dalle RR. Possessioni nell’anno 1804.
I popoli di S. Regolo, di Pagliana e Paglianella insieme a quello di Lucciana si sottomisero alla Repubblica Fiorentina per atto pubblico del 20 ottobre 1406, in seguito della resa di Pisa, della quale coteste popolazioni seguitar dovettero la sorte.
In S. Regolo, dopo la sua vendita del 1804, e forse anche innanzi, si eressero varie fabbriche di sapone, di tessuti di cotone e lino, di filatoj con tintorie, gualchiere ecc.
II comunello di S. Regolo nel 1551 consisteva in 34 fuochi con 154 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 739.
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