SAVIO fi
(Sapis) nella Valle transappennina di Bagno.
– Fiume dal quale prese il nome una delle romane tribù (la Sapinia), e che nasce sul fianco occidentale del Monte- Cornaro , appena un miglio toscano a grecale dal ramo destro del Tevere, mentre questo sotto il vocabolo di torrente Rupina, o Teverina, scaturisce dal pendio orientale del monte medesimo, ed il ramo maggiore del Tevere dal fianco australe del Monte Aquilone che si alza fra il Cornaro e quello detto nella Cella di S. Alberico.
In guisa che esiste costassù una porzione della criniera dell’Appennino centrale il cui contrafforte settentrionale dirigesi verso il Monte Cornaro dal Bastione posto fra Camaldoli e l'Alvernia, sulla di cui duplice acquapendenza trovano la loro origine due fiumi reali, voglio dire il Tevere, il quale dopo aver bagnato le mura dell'alma città si vuota nel mare Mediterraneo, ed il Savio che passando per Sarsina (l’antica capitale degli Umbri Sarsinatensi)attraversa il distretto di Cesena, rasentando le mura occidentali innanzi di entrare nel mare Adriatico.
Le prime fonti pertanto del Savio s'incontrano poco lungi dalla chiesa parrocchiale e dalla dogana del Monte- Cornaro, mentre il torrente della Teverina, o della Rupina, influente nel ramo maggiore del Tevere, ha origine un quarto di miglia a libeccio della dogana e della chiesa predetta.
Piccolo ruscello in origine scende il Savio dal detio monte nella direziane di libeccio per voltarsi presto a maestrale passando sotto le balze del castello di Verghereto dove piegando alquanto a grecale bagna la base settentrionale dell'Appennino di Camaldoli e quella meridionale del monte Comero che si alza alla sua destra. Giunto alla Terra di Bagno rivolge il suo cammino a settentrione lambendo le mura orientali di S. Maria in Bagno e poi quelle di S. Piero in Bagno. Un miglio toscano circa di là da quest'ultima Terra il Savio torce da settentrione a levante-grecale finchè alla confluenza del torrente Para, ch'è 8 mig lia toscane sotto S. Piero in Bagno, esce dal territorio del Granducato ed entra nello Stato Pontificio, dove dopo il corso di altre 4 miglia toscane bagna le mura meridionali della piccola città di Sarsina, quindi rientra nei confini estremi del territorio granducale per passare a levante del Castallo di Sorbano. Dirimpetto a questo Castello il Savio arricchito delle acque che vi scendono a destra mediante il torrente Tonante dai contrafforti dell'Appennino di S. Agata e della Cella rivolgesi verso settentrione per passare da Mercato-Saracino, e di là scendendo nella pianura della Romagna cesenatica, dopo aver accolto alla sua sinistra il grosso torrente Borello, s' incammina lungo le mura occidentali di Ceseria, dose e cavalcato da un bel ponte, sulla strada postale romana per indirizzarsi, dopo circa 55 miglia toscane di cammino, nel mare Adriatico.
In guisa che esiste costassù una porzione della criniera dell’Appennino centrale il cui contrafforte settentrionale dirigesi verso il Monte Cornaro dal Bastione posto fra Camaldoli e l'Alvernia, sulla di cui duplice acquapendenza trovano la loro origine due fiumi reali, voglio dire il Tevere, il quale dopo aver bagnato le mura dell'alma città si vuota nel mare Mediterraneo, ed il Savio che passando per Sarsina (l’antica capitale degli Umbri Sarsinatensi)attraversa il distretto di Cesena, rasentando le mura occidentali innanzi di entrare nel mare Adriatico.
Le prime fonti pertanto del Savio s'incontrano poco lungi dalla chiesa parrocchiale e dalla dogana del Monte- Cornaro, mentre il torrente della Teverina, o della Rupina, influente nel ramo maggiore del Tevere, ha origine un quarto di miglia a libeccio della dogana e della chiesa predetta.
Piccolo ruscello in origine scende il Savio dal detio monte nella direziane di libeccio per voltarsi presto a maestrale passando sotto le balze del castello di Verghereto dove piegando alquanto a grecale bagna la base settentrionale dell'Appennino di Camaldoli e quella meridionale del monte Comero che si alza alla sua destra. Giunto alla Terra di Bagno rivolge il suo cammino a settentrione lambendo le mura orientali di S. Maria in Bagno e poi quelle di S. Piero in Bagno. Un miglio toscano circa di là da quest'ultima Terra il Savio torce da settentrione a levante-grecale finchè alla confluenza del torrente Para, ch'è 8 mig lia toscane sotto S. Piero in Bagno, esce dal territorio del Granducato ed entra nello Stato Pontificio, dove dopo il corso di altre 4 miglia toscane bagna le mura meridionali della piccola città di Sarsina, quindi rientra nei confini estremi del territorio granducale per passare a levante del Castallo di Sorbano. Dirimpetto a questo Castello il Savio arricchito delle acque che vi scendono a destra mediante il torrente Tonante dai contrafforti dell'Appennino di S. Agata e della Cella rivolgesi verso settentrione per passare da Mercato-Saracino, e di là scendendo nella pianura della Romagna cesenatica, dopo aver accolto alla sua sinistra il grosso torrente Borello, s' incammina lungo le mura occidentali di Ceseria, dose e cavalcato da un bel ponte, sulla strada postale romana per indirizzarsi, dopo circa 55 miglia toscane di cammino, nel mare Adriatico.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 209.
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