SORCIANO (PIEVE DI), o Surciano
nella Val di Merse.
– Pieve da lunga mano diruta che fu sotto l'invocazione di S. Giovanni, nella Comunità e Giurisdizione di Radicondoli, Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena.
Esisteva fra Belforte e Montalcinello, due popolazioni già filiali della chiesa plebana di Sorciano, nella cui canonica ebbe luogo un placito della contessa Matilde in data del 10 aprile 1100 a favore di Raginierio vescovo di Lucca. Al qual placito assisterono i nobili Rolando di Pagano di Corsena, Ranieri di Bulgarello, Opizio di Gonzaga, Fraolmo di Pichena, Pietro di Walfredo di Pichena, Sasso di Bibbianello, e molti altri. L'oggetto fu per definirsi una lite da Ardingo giudice e da Ubaldo da Carpineta a favore di Raginiero vescovo di Lucca e suoi successori contro Bernardo e Ranieri figli di Ardingo (conte) e loro consorti, i di cui genitori fino dal tempo dei vescovo Ànselmo (Papa Alessandro II) si erano obbligati di alloggiare e di accompagnare a Roma con 30 uomini a cavallo una volta l'anno, se occorreva, i vescovi di Lucca. – (MEMOR. LUCCH. Volu me IV, Parte II).
Anche il Pontefice Alessandro II, con sua bolla del 23 aprile 1179 diretta a Ugone vescovo di Volterra, confermò alla chiesa volterrana la pieve di Sorciano, ed il Giachi aggiunse, che la pieve suddetta doveva essere collegiata, desumendolo egli da un atto del 1360 a favore del Comune di Belforte, per locazione di beni, stato fatto da due canonici di essa pieve a nome di Giovanni di Milano loro superiore e pievano di Sorciano.
Rispetto alla quale collegiata rinvierò i miei lettori ad altri articoli di pievi antiche che davano ai loro cappellani il titolo di canonici, stante la vita comune che allora facevano insieme col pievano.
All’Articolo PAPENA, o PAPIENA del piviere di Sorciano fu dato il sunto di un atto pubblico del 1253, col quale Rinaldo pievano di Sorciano con licenza di Ranieri vescovo di Volterra rinunziò all'abbate e monaci di S.
Galgano in Val di Merse le seguenti 4 chiese filiali; cioè, di Papiena, di Scarpegiano, di Grepine, e di Vespero. – Vedere MONTI A MALCAVOLO, e PAPENA.
L'antico piviere di S. Giovanni a Sorciano doveva abbracciare una grande estenzione territoriale, tostochè comprendeva sotto la sua giurisdizione ecclesiastica i popoli di Montalcinello, di Belforte con tre spedaletti, le chiese del Cornocchio a Radicondoli, di Mozzetto, di Patena, di Tremoli, di Elci, di Travale, di Monteverticato, di Brezzano presso Travale, di Tramonti, di Casaglia, di Papena, o Papiena, di Sanpeggiano, di Valloria, di Crepina, e la canonica di Gabbro, in tutte le 20 chiese, le quali esistevano anche nel 1356, come risulta dal loro novero nel sinodo della diocesi di Volterra più volte citato.
Esisteva fra Belforte e Montalcinello, due popolazioni già filiali della chiesa plebana di Sorciano, nella cui canonica ebbe luogo un placito della contessa Matilde in data del 10 aprile 1100 a favore di Raginierio vescovo di Lucca. Al qual placito assisterono i nobili Rolando di Pagano di Corsena, Ranieri di Bulgarello, Opizio di Gonzaga, Fraolmo di Pichena, Pietro di Walfredo di Pichena, Sasso di Bibbianello, e molti altri. L'oggetto fu per definirsi una lite da Ardingo giudice e da Ubaldo da Carpineta a favore di Raginiero vescovo di Lucca e suoi successori contro Bernardo e Ranieri figli di Ardingo (conte) e loro consorti, i di cui genitori fino dal tempo dei vescovo Ànselmo (Papa Alessandro II) si erano obbligati di alloggiare e di accompagnare a Roma con 30 uomini a cavallo una volta l'anno, se occorreva, i vescovi di Lucca. – (MEMOR. LUCCH. Volu me IV, Parte II).
Anche il Pontefice Alessandro II, con sua bolla del 23 aprile 1179 diretta a Ugone vescovo di Volterra, confermò alla chiesa volterrana la pieve di Sorciano, ed il Giachi aggiunse, che la pieve suddetta doveva essere collegiata, desumendolo egli da un atto del 1360 a favore del Comune di Belforte, per locazione di beni, stato fatto da due canonici di essa pieve a nome di Giovanni di Milano loro superiore e pievano di Sorciano.
Rispetto alla quale collegiata rinvierò i miei lettori ad altri articoli di pievi antiche che davano ai loro cappellani il titolo di canonici, stante la vita comune che allora facevano insieme col pievano.
All’Articolo PAPENA, o PAPIENA del piviere di Sorciano fu dato il sunto di un atto pubblico del 1253, col quale Rinaldo pievano di Sorciano con licenza di Ranieri vescovo di Volterra rinunziò all'abbate e monaci di S.
Galgano in Val di Merse le seguenti 4 chiese filiali; cioè, di Papiena, di Scarpegiano, di Grepine, e di Vespero. – Vedere MONTI A MALCAVOLO, e PAPENA.
L'antico piviere di S. Giovanni a Sorciano doveva abbracciare una grande estenzione territoriale, tostochè comprendeva sotto la sua giurisdizione ecclesiastica i popoli di Montalcinello, di Belforte con tre spedaletti, le chiese del Cornocchio a Radicondoli, di Mozzetto, di Patena, di Tremoli, di Elci, di Travale, di Monteverticato, di Brezzano presso Travale, di Tramonti, di Casaglia, di Papena, o Papiena, di Sanpeggiano, di Valloria, di Crepina, e la canonica di Gabbro, in tutte le 20 chiese, le quali esistevano anche nel 1356, come risulta dal loro novero nel sinodo della diocesi di Volterra più volte citato.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 434.
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