Flaminia, come Io era ancora la Clodia, o la Claudia, Via così denominata da qualche illustre Soggetto di quell’antica Famiglia, che dopo il tempo di Augusto la derivò. Io non voglio portare nuovamente in campo le dispute per ragione di queste due Vie, e donde si dipartissero, e se quei Vestigj, che si mirano presentemente nella Campagna Romana verso Sutri, e Vetralla sieno della via Cassia, o della via Clodia, avendone pienamente scritto, oltre il Nardini, molti dotti Antiquarj, ed in particolare il Chiarissimo Sig. Marchese Poleni nelle sue erudite note a Frontino, e nella Storia di Bolsena l’Adami; dirò solamente, che dalla Tavola Peutingeriana espressamente si vede, che la prima deviando dalla Flaminia sei miglia sopra il ponte Milvio, per la parte di Nepi, Amelia, e Perugia, e la seconda per Sutri, e Bolsena, si univano entrambe a Chiusi in Toscana. Di questa unione di Vie, per sino a Firenze è mio pensiero sol tanto di scrivere, procurando, se mi sarà possibile, di combinare la Tavola coll’Itinerario, mercè di una insigne antica Iscrizione, che è il Monumento più certo, che si abbia presentemente; nulla facendo caso di quanto trovasi in Annio, essendo pur troppo noto agli Eruditi di qual peso sia la di lui autorità. Vedesi adunque nella detta Lapida, che I’Imperator Adriano inclinato molto alla magnificenza ed al comodo delle Provincie, nelle quali al riferir di Spantano nella sua vita, fabbricò molto, e ristaurò dove il bisogno lo
Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 219.
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