dovi un luogo simile nell’Ungheria, ed altro nel Lazio, per quella parte, ove si va nel Regno di Napoli, come riflette il Baudrand, io veramente non sò; nè posso mai lusingarmi, che ella fosse una Città di gran nome, non mi appagando le frivole riflessioni dello scrittore Scozzese, frapponendomi che questo, e gli altri luoghi qui nominiti, a riserva di Arezzo, e Firenze fossero Villaggi, o Castelli, chiamati Mansioni, cioè alberghi per quei che viaggiavano da una Città all’altra. Poiché lo stesso era presso i Latini il manere, che il pernoctare, come avvertono tutti quegli, che degli antichi viaggi hanno scritto. E forse ivi solevano star quei Cavalli destinati al pubblico corso, come si direbbe in oggi, una Posta; uso che quantunque avesse origine. da Augusto, fu però, ampliato, e. regolato con un miglior ordine da Trajano.
Restano ora da esaminarsi que’ nomi, che si vedono notati nel corso di quella Via nella Tavola Peutingeriana, e che, non si trovano nell’Itinerario predetto. L’Autore della medesima pose per la prima Stazione, per chi si parte dalla Città di Firenze, un certo luogo chiamato Acula, o Aquila, o ad Aquileja, giacché dalle varie edizioni di Tolomeo, che è l’unico Autor che la nomini, nasce la differenza di essa, quantunque ne’Codici migliori Αʹκυλὶα si trovi scritto. Pensa il Cluverio, che questo forse dove è l’Incisa presentemente, quantunque l’Olstenio, che fu suo compagno nel viaggio d’Italia, Io ponga verso Figline, per la parte del Chianti. Non farà mai Aquapendente verso Bolsena, come hanno falsamente scritto il Demstero
Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 226.
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