DISSERTAZIONE V.
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e il Baudrand; richiede però correzione il numero delle nove miglia, che pone l’Autor della Tavola da quello luogo a Firenze. Da Acula, o Aquila, sfuggendosi Ad Fines, si giunge a Biturgia, o Bituriha, volgendo nel venir da Firenze il cammino alla destra verso il fiume Ambra, non verso l' Ombrone, come è stato creduto da alcuni. Questo luogo, ch’io penso parimente che fosse di piccol conto, trovasi nominato da Tolomeo, il quale altri di poco momento ne ha rammemorati talvolta nella sua Geografia. Non è mancato chi abbia creduto esser questa Biturgia il Borgo S. Sepolcro nell’Umbria sulle rive del Tevere; Luogo, che deve la sua origine al Secolo X., e non più innanzi; ed un simile sbaglio prese il Padre Berretta Benedettino nel Tom. X. della raccolta degli Scrittori Italiani del Muratori, nello spiegar la Tavola Corografica dell’Italia, allorché asserì francamente la situazione della medesima, esser dove è presentemente Citerna picciol Castello di qua dal Tevere. Parmi qui ancora necessaria la correzzion delle miglia nel numero IX. Perchè da Acula per venire a Biturgia, e in conseguenza verso le rive del fiume Ambra, ove si colloca quello luogo, richiedesi un corso maggiore di nove miglia; e lo stesso può dirsi del tratto di strada che si pone da Biturgia ad Arezzo, essendo in tutte tre le distanze uno sbaglio di conseguenza. Io penso, che la via da Firenze ad Arezzo, attraversasse una gran parte del Valdarno di sopra, non già per la moderna pianura, ma sempre per le cime delle colline dove esse confinano con le pendici delle montagne per il Bucine, Pian Fran-

Riferimento bibliografico:

Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 227.