mani, o non avrebbero condotta una tale strada per la pianura, se fosse stata soggetta all'inondazioni, e all' aria insalubre, o avrebbero con la solita loro magnificenza asciugate le acque. Ma è d’uopo asserire, che solo scorresse in quell’ampia valle la Chiana, che non era se non un fiume, il di cui alveo si trova nominato in Appiano nel descrivere la battaglia di Carbone, e di Silla, e che fosse insieme regolato, non come ne’ Secoli dopo il Mille, in cui per molte ragioni stagnarono le acque, e si diffusero in quella valle; sapendo noi che Plinio, Silio Italico, Tacito, e Strabone nominano la Chiana, come un fiume, non mai come palude; e l’Ambasciata de’ Fiorentini al Senato ne’ tempi di Tiberio ce lo dichiara sicuramente.
Ove fosse il Ponte che avevano fabbricato i Romani per passare dall’Aretino nel territorio di Chiusi non saprei immaginarlo. So bene, che questi si praticavano communemente in tutte le Vie Militari che dovevano traversare i fiumi, ed i Ponti fatti da Augullo e da altri sopra la Nera, il Metauro e l’Arimino ec., e quelli ancor di Trajano nelle paludi Pontine, chiamati magnifici da Dione, me lo comprovano. Pensava io tempo fa, che una certa Lapida di travertino, che si conserva presentemente in Arezzo, benché alquanto logora, e guasta potesse porgermi qualche notizia sopra di ciò; giachè io leggeva nella medesima la parola Pontem, supponendomi di poter supplire alle lettere.... inum, Claninum. Ma il Sig. Proposto Gori alla pag. 313. nella seconda parte delle Iscrizioni della Toscana la riporta con un errore di conseguen-
Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 229.
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