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DISSERTAZIONE V.

dambra poco appresso dove è il Bucine presentemente, riconoscendo in tal nome una certa analogica Etimologia coll’antica Bituriga, converrà dire, che vi sia certamente uno sbaglio, e che potrebbe agevolmente supplirsi coll’aggiungere nelle due distanze un X. al num. VIIII, facendo il simile all’altra, che corre da Biturgia ad Arezzo; cosicchè supponendo in tal guisa, si arrivi appresso a poco al num. 87. dell’Itinerario.

Se si riflette, che l’Imperadore Adriano cominciò il risarcimento della Via Cassia dal confine della Colonia Chiusina verso di noi, giacchè ivi è scritto a finibus Chiusinorum, è cosa facile, che questo potesse ritirare in qua le sei miglia, che sono di più; onde non fossero se non 81. fino a Firenze, da quel loco però dove cominciava il nuovo risarcimento, benchè ve ne corressero a tenor dell’Itinerario (se in esso non vi è alcuno sbaglio) 87. fino al pomerio della Città; lo che si verrebbe a convalidare dall’antica estensione della Colonia, e parimente della Diocesi nostra, che si distendeva moltissimo verso Chiusi, e dalla notizia, che fu data all’Olstenio, che la detta Lapida milliaria fu trovata sei miglia di là da Chiusi, e trasportata poscia in Montepulciano. Ed ecco la ragione per cui la correzione delle miglia da Arezzo ad Fines, e da detto luogo a Firenze, voluta dal Sig. D’Anville, non deve approvarsi; non avendo esso osservato la forza di quel A Finibus Cliusinorum, che ritira indietro sei miglia, e così le ottantasette da Chiusi a Firenze tornano per l’appunto. Nè deve fare altrui maraviglia, che nell’Iscrizione si nomini la Via Cassia, e nell’Itinerario la Clodia.

Riferimento bibliografico:

Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 238.