DISSERTAZIONE V.
243

desimo, riportato e dall’Ughelli, e nel Bollario Romano; essendo sicuro, che il detto Pontefice tenne sempre la stessa via per Arezzo, trovandosi una Bolla di lui, che conferma i Privilegj del nostro Vescovo, data nel vescovado Aretino l’anno di Christo 1070. La strada della Valdichiana nelle antiche Carte de’ nostri Archivj trovasi chiamata comunemente la Via Romea, in segno che per l’istessa si andava a quella Città; e Ricordano Malaspina al Cap. 66. della sua Cronica, scrivendo de’ tempi di Arrigo III., ci dice, che allora la Via di Roma era per Fighine ad Arezzo. Nel 1110. poi Arrigo V. Imperadore, quando da Firenze andò a trovare il Pontefice Pasquale II., prese parimente la detta strada, come lo addita Donnizione Monaco1 nella vita della Contessa Matilde. Da Firenze giunse ad Arezzo, ove per una causa di poco rilievo al dire di Ottone Frisingense, e del medesimo Donnizione, fece del grave danno a quella Città, bruciandola, e rovinandola. È vero, che il detto Scrittore non ci dà il minuto dettaglio del viaggio dell’Imperatore fino a Roma, riportando solamente, che egli vi giunse a’primi dì di Febbraio; ma da un’antico Processo di lite, che si conserva nel celebre Archivio di questa Canonica, si ricava, che nel partire da Arezzo prese la strada del Tegoleto, che è appunto quella della Valdichiana; e l’Abate Urspergense ci dice, che da Arezzo giunse ad Acqua pendente, cioè


1) . . . . Tuscanas flexit in oras:

Riferimento bibliografico:

Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 243.