TORRITA sotto MONTE FOLLONICO in Val di Chiana
â Terra nobile sotto, Capoluogo di ComunitĂ nella Giurisdizione di Asinalunga, Diocesi di Pienza, giĂ di Arezzo, Compartimento aretino.
Questa Terra di forma ovale, contornata di mura torrite, risiede intorno alla cresta di una collina tufacea, in mezzo a vigorose coltivazioni di olivi e di vigne, alla cui base scorre a levante il fosso Cornio, mentre dal lato di maesrtal enasce ai piedi della stessa collina i torrente Fuga.
Trovasi tra il grado 43° 10â4ââlatitudine ed il 29° 25â4ââlongitudine davanti allâubertosa Val di Chiana che gli si apre a levante nella direzione di Cortona, circa 6 miglia toscane a settentrione di Montepulciano, 4 miglia toscane a scirocco di Asinalunga, 10 a grecale di Pienza, intorno a 20 miglia toscane a maestrale di Chiusi 13 miglia toscane a scirocco di Siena e miglia 22 da Arezzo che trovasi al suo settentrione-grecale.
Lâorigine di cotesto paese si nasconde, al pari di quella di moltissimi altri, nella caligine deâsecoli, comecchè possa essere stato fabbricato e difeso da alcune torri, donde trasse il nome, ma in un terreno abitato dagli antichi Etruschi e Romani. â Checchè ne sia esso peraltro sino dal secolo XI era decorato della sua chiesa plebana di S.
Costanzo. Avvegnachè senza bisogno di confondere con questa Terra i documenti spettanti alla Torrita deâBenedettini di S. Flora di Arezzo, lâArchivio Diplomatico Fiorentino conserva fra le carte della Badia Amiatina un placito del 7 novembre 1037 tenuto nel contado senese di S. Costanzo a Torrita, nel casale di Ascianello , passato in seguito nella ComunitĂ di Montepulciano, davanti al conte Adalberto messo dellâImperatore Corrado. Alla cui presenza comparve lâavvocato del Monastero Amiatino per reclamare i beni e la chiesa di S. Apollinare in Feroniano, lâuna e gli altri stati donati al monastero di S. Salvadore sul Monte Amiata dalla contessa Willa vedova del Conte Ranieri col consenso dei Conti Bernardino e Ardingo di lei figliuoli.
Che la chiesa poi di S. Apollinare in Feroniano fosse situata dentro i confini della ComunitĂ di Torrita lo dichiara unâaltra membrana della stessa provenienza del 2 maggio 1324 scritta in camera dellâabbate del Monastero Amiatino, nel mentre che questi investiva un monaco in rettore e cappellano della chiesa di S. Apollinare in Feroniano , la qual cosa ivi si dichiara posta in Monte Follonico. â Vedere MONTE FOLLONICA, o FOLLONICO.
Inoltre la pieve di S. Costanzo a Torrita trovasi rammentata fra quelle del contado sanese comprese però nella diocesi aretina, delle quali Immone vescovo di Arezzo nellâanno 1045 cedè lâamministrazione alle dignitĂ del capitolo della sua cattedrale.
Lâabate De Angelis nel libro delle Notizie istoriche critiche di frate Giacomo da Torrita citò un istrumento di pace del 2 ottobre 1208 fra i Fiorentini e i Sanesi, nel quale fra le condizioni a carico deâSanesi eravi quella di far pace con gli uomini di Monte Follonico, di Torrita e di altri paesi del Sanese stati aderenti deâFiorentini.
A quellâepoca, opinava il De Angelis, poterono fabbricarsi le attuali mura castellane di Torrita ed aprirsi le tre porte, cioè, a levante Porta Carina, a ponente Porta a Pago, a mezzodĂŹ Porta a Sole. â Ma, oltre che una di quelle porte non fu edificata dalla Repubblica sanese prima del 1251, è certo altresĂŹ che le sue mura sono opera molto posteriore, siccome lo dĂ a conoscere un Rendimento di Conti sotto lâanno 1428, in cui si legge: che rivedeva la ragione Tommaso di Vannino orafo a Giovanni di Biagio operajo delle mura che si facevano in Torrita.
Lo stesso Archivio Diplomatico San. Nel Tomo II delle Pergamene (n.° 89) contiene copia di un privilegio dellâImperatore Ottone IV, dato lĂŹ 27 agosto 1210 nella Badia di S. Salvadore sul MontâAmiata, col quale concedeva in feudo al nobil uomo Spadacorta, ai di lui fratelli e nipoti i castelli di Torrita, della Ripa, di Bettolle, della Fratta, di Ciliano e di altri luoghi di quei contorni, i quali erano stati per lâinnanzi conceduti in feudo al fu Conte Walfredo della Valle. â (ARCH. DIPL. SAN.
Carta citata).
AllâArticolo BETTOLLE rammentai cotesto diploma sotto lâanno 1209, invece che fu scritto nellâagosto del 1210, epoca nella quale Ottone IV emanò altri privilegj a favore di quella Badia. â Vedere lâArticolo SIENA.
Che però da cotesti privilegj dati da un Imperatore scomunicato ottenessero quei signori assai poco, lo dimostrano i fatti seguenti: avvegnachè fino dal 1202 il villaggio di Ciliano era stato bruciato dai Sanesi allâoccasione della guerra contro i Montepulcianesi.
(ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo dellâAssunta n.° 67); e che nel 1214 i signori di quel castelletto concederono al governo di Siena facoltĂ di erigere sopra il poggio di Ciliano una torre a difesa delle sue genti contro i Montepulcianesi (localitĂ citata) â Vedere CILIANO.
Simili fatti darebbero quasi a credere che allora i Sanesi dubitassero della fede deâToritesi, massimamente dopochè Carlo dâAngiò re di Sicilia, con privilegio spedito da Teano li 8 dicembre del 1268, aveva concesso a Donusdeo di Lotteringo deâTolomei di Siena a titolo di feudeo nobile i castelli di Monte Follonico e di Monticchiello. â (ARCH. DIPL. SAN. T. IX delle Pergamene n .° 878).
Comunque andasse la bisogna, fatto e, che dalla metĂ almeno del secolo XIII e nel susseguente la Terra di Torrita divenne il baluardo deâSanesi in tutte le guerre che bene spesso si riaccesero fra essi ed i Montepulcianesi, come può rilevarsi dallâOpera dellâAbate De Angelis di giĂ citata e dagli Articoli MONTE FOLLONICO, e MONTE PULCIANO in questo Dizionario.
Nel 1251, il consiglio generale della Campana di Siena per deliberazione del 31 ottobre 1251 ordinò, che si fortificasse Torrita e vi si fabbricasse una porta, dove poco dopo (6 novembre) furono inviate a tale effetto quattro maestranze con lâordine di dar la paga ai balestrieri che erano alla guardia di cotesta Terra.
Anco nel 1270 dallo stesso consiglio della Campana fu deciso di rinviare a Torrita il potestĂ per invigilare che questa Terra ed i suoi abitanti si mantenessero fedeli alla Repubblica sanese.
Per simili ed altri casi risulterebbe, che i Torritesi fossero stati Guelfi piuttosto che Ghibellini, giacchè, dopo la battaglia di Benevento che pose il regno in potere di Carlo dâAngiò, venne restituita a Torrita il su potestĂ . â Nè minore fu il timore châebbero i Sanesi di perdere questo paese, allorchè Tacco deâPecorai, o deâMonaceschi della Fratta tentava dâinsignorirsi di Torrita, siccome poco dopo, sebbene per breve tempo, cotesta Terra collâajuto deâFiorentini cadde in potere di Deo di Guccio di Guelfo e di altri di lui fratelli della nobil famiglia Tolomei di Siena.
Dondechè i Signori Nove per decreto del dicembre 1322 inviarono gente dâarmi capitanate dal conte Ruggieri di Dovadola allora potestĂ di Siena per assediare Torrita, che dopo qualche mese di resistenza cadde in mano degli assedianti, i quali devastarono tutta la contrada, disfacendo le sue mura castellane. â (DEI, Cronic.
Sanese).
Che però le mura attuali debbano riportarsi, come si disse, ad unâepoca posteriore, e forse a quella del 1428, lo fa credere il fatto giĂ indicato, cioè di essere state in detto anno rivedute in Siena le ragioni a Giovanni di Biagio operajo rispetto alla costruzione delle mura di Torrita. â (ARCH. DELLE RIFORMAGIONI DI SIENA Vol. VI deâRendimenti di Conti, Classe B).
NĂŠ quel lavoro poteva dirsi terminato nel 1428, poichĂŠ anche nel 1464 si continuavano a fabbricare in Torrita le mura castellane da maestro Saracino da Como. â (loc. cit.
Classe C. Vol. CXIX.) Che piĂš? Nel 1528 dal magistrato di Balia di Siena fu decretato che col disegno del celebre architetto Baldassarre Peruzzi si restaurassero le mura di Torrita. â (DE ANGELIS Opere cit.) Coteste mura sono di mattoni, state contornate da torri quadrate, 7 delle quali tuttora esistenti, e due demolite, oltre che le tre porte antiche, stantechè nellâanno 1836 ne fu aperta una quarta sotto la giĂ Fraternita nella direzione della strada principale della Terra, la quale viene ora corredata allâestremitĂ superiore del paese di un vasto piazzale per le fiere; ed a poca distanza di lĂ stĂ forandosi presentemente un pozzo artesiano, la di cui trivella ha scandagliato finora un terreno cretaceo conchigliare sino alla profonditĂ di cento braccia.
Allâepoca pertanto del 1428 il popolo di Torrita doveva aver acquistato la buona grazia dei governanti di Siena.
Avvegnachè, oltre quanto si dirĂ tra poco, ciò apparisce da una deliberazione presa dai Signori Nove nel 10 dicembre del 1425, che decretarono per Torrita un potestĂ di prima classe; al cui arrivo annuale i Torritesi a forma deâloro statuti solevano presentare il regalo di due paja di polli, due staja di biada, due quarti di vino, sedici pani, una soma di paglia e libbre sei di candele.
Nel secolo decimoquarto era accaduto sotto il paese di Torrita (10 aprile 1358) un sanguinoso fatto dâarmi fra le masnade perugine e quelle senesi, dove questâultime restarono sconfitte con guasto del paese e del contado.
Ma piĂš ancora i Torritesi risentirono i danni della guerra, negli anni 1363 e 1383 quando nei suoi contorni ebbero luogo due fiere battaglie date dalle truppe sanesi, la prima ad una compagnia di avventurieri, detta del Cappelletto, nella quale fu fatto prigioniero il loro comandante duca di Feltro e di Urbino, lâaltra quando i Torritesi, sebbene coraggiosamente resistessero alle prime aggressione del capitano di ventura Baldino di Panicale, dovettero finalmente cedere a quelle masnade che saccheggiarono tutto il paese a guisa di avidi ladroni.
In vista di tanta fedeltĂ , e dei danni dai Torritesi ricevuti, il Comune di Siena nel 28 maggio del 1419 deliberò di condonare loro tutti i debiti per gravezze e dazj non pagati, accordando ai medesimi varj privilegj ed esenzioni. â (DE ANGELIS, Opera cit.) Lo stesso De Angelis fu di parere che la chiesa di S. Flora ed il pretorio con la sua torre esistenti in Torrita potessero essere opera della restaurazione di questa Terra, comecchè sulla facciata della chiesa medesima si legga lâanno 1430 della sua edificazione.
AllâArticolo GUARDAVALLE DI TORRITA fu detto, che cotesto luogo, di cui attualmente è restato il vocabolo a pochi poderi, aveva una chiesa parrocchiale sotto lâinvocazione di S. Stefano, stata riunita fino dal 1473 alla chiesa plebana deâSanti Costanzo e Martino a Torrita.
Dissi ancora che da questo stesso vico di Guardavalle prese il casato una nobile famiglia di Torrita, alla quale appella un istrumento del settembre 1327 ed una riformagione della Repubblica di Siena dellâagosto 1444.
Il piĂš volte citato De Angelis aggiunse, che i Torritesi nel principio del secolo XVI intrapresero a rendere piĂš decente la loro patria, sia con lâingrandimento di fabbriche particolari, sia con la fondazione di ospizj, di fraternite e di chiese, finchè nel 1553 conquistata dalle armi austro-ispano-medicee Torrita con il suo territorio fu riunito nel 1557 alla corona di Cosimo I, ed in seguito ai Granduchi di Toscana suoi successori, cui i Torritesi restarono costantemente fedeli.
Chiese e stabilimenti pubblici di Torrita. â Torrita attualmente ha una sola chiesa parrocchiale, cioè, la pieve deâSanti Costanzo e Martino, riedificata sulla fine del secolo passato. Lâantica esisteva fuori del paese in luogo denominato la pieve vecchia, comecchè piĂš tardi quella pieve venisse dedicata alla Madonna dellâUlivo. Essa era arcipretura quando nel 1648 fu innalzata a collegiata in concorrenza con lâaltra delle Sante Flora e Lucilla; ad entrambe le quali è comune il capitolo, composto di nove canonici con 5 dignitĂ , Arciprete, Preposto, Primicero, Arcidiacono e Tesoriere. â La pieve dentro al paese fu piĂš volte restaurata e ingrandita, siccome può congetturarsi dalle iscrizioni ivi esistenti.
In quella dell Sante Flora e Lucilla, fondata in piĂš piccola dimensione nel secolo XIV, furono innestati dei restauri nel secolo XVII.
HavvĂŹ costĂŹ un altare di S. Antonio, dove si ammira una tavola dipinta nel secolo XIV, e vi sĂŹ conserva in marmo scolpita nellâanno 1444 lâarme della famiglia pecorai, dalla quale discendeva al parere di alcuni il famoso Ghino di Tacco.
Esistono dentro Torrita altre due chiese, S. Croce e la Santissima Annunziata, nellâultima delle quali è da vedersi un quadro del Vanni rappresentante lâAnnunziazione.
Lo spedale di Torrita istituito per i pellegrini, aveva nel secolo XIV unâamministrazione separata da quella di una pia congrega secolare denominata la Fraternita, cui esso con i suoi beni nel 1611 fu riunito. Annessa a questa fabbrica vi è la scuola comunitativa, che nei tempi andati estendeva i suoi insegnamenti anche alle belle lettere.
Tuttociò diede motivo, dice il De Angelis, ad innalzare in Torrita dopo la metĂ del secolo XVIII un teatro, stato restaurato nellâanno 1824. Anche costĂŹ fu eretta una delle solite accademie letterarie che prese per nome ed emblema quello che tuttora conserva di Oscuri.
Ma la cosa che fa molto onore a questa Terra è quella di essere stata la patria di Fra Giacomo da Torrita, primo ristoratore dellâarte musivaria in Italia, e autore dei mosaici fatti nel 1225 nella tribuna di S. Giovanni in Firenze, e piĂš tardi in Roma.
Non meno noto nella storia militare è quel Ghino di Tacco da Torrita creduta della famiglia Pecorai, o come altri vogliono della casa Monaceschi, il quale Ghino fornÏ argomento al Boccaccio per una delle sue cento Novelle.
Finalmente Torrita ha dato molte famiglie nobili, fra le quali le giĂ citate dei Pecorai e deâGuardavalli.
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI TORRITA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 174; totale della popolazione 1735.
ANNO 1745: Impuberi maschi 311; femmine 281; adulti maschi 338, femmine 355; coniugati dei due sessi 670; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 348; totale della popolazione 1978.
ANNO 1833: Impuberi maschi 418; femmine 364; adulti maschi 447, femmine 414; coniugati dei due sessi 928; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 461; totale della popolazione 2594.
ANNO 1840 (*): Impuberi maschi 510; femmine 462; adulti maschi 473, femmine 412; coniugati dei due sessi 950; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 515; totale della popolazione 2824.
ANNO 1843 (*): Impuberi maschi 458; femmine 418; adulti maschi 485, femmine 442; coniugati dei due sessi 948; ecclesiastici dei due sessi 19; numero delle famiglie 512; totale della popolazione 2770.
N.B. (*) Le frazioni degli abitanti della parrocchia di Torrita che negli anni 1840 e 1843 escivano fuori di ComunitĂ non si sono contemplate.
ComunitĂ di Torrita . â Il territorio di questa ComunitĂ occupa una superficie di 16540 quadr. 462 dei quali spettano a corsi dâacqua ed a pubbliche strade.
Nel 1833 vi si trovava una popolazione di 3731 abitanti a proporzione di 186 persone per ogni miglio quadrato di territorio soggetto allâimposta fondiaria.
Confina con cinque ComunitĂ del Granducato, 4 delle quali alla sinistra del Canal Maestro, e una alla sua destra.
â Ă questâultima la ComunitĂ di Cortona, con la quale lâaltra di Torrita fronteggia dirimpetto a grecale per mezzo miglio mediante il Canal Maestra della Chiana, a partire dalla confluenza del torrente Fuga dirimpetto al rio delle Chianacce fino allo sbocco del fosso Tonante. CostĂ lascia il Canal Maestro per rivolgersi a settentrione difronte al territorio comunitativo di Asinalunga, con il quale questo di Torrita cammina di conserva, da prima mediante il corso retrogrado del fosso Tornante, quindi per la via comunale detta del Restone, e di lĂ andando incontro alla corrente del fosso Fratta, sul quale attraversano la via provinciale Lauretana dirimpetto ai poderi di Guardavalle. Infine lasciano a levante il fosso predetto per entrare nella strada Lauretana e dirigersi a ponente-maestrale nel fosso della Doccia di Amorosa che rimontano verso la sommitĂ deâpoggi, la cui faccia meridionale acquapende nel Val dâAsso. Strada facendo il territorio di Torrita trova di fronte a maestrale la ComunitĂ di Trequanda, con la quale continua a percorrere verso le sorgenti della Doccia prenominata per arrivare presso quelle del torrente Trove sulla strada comunale che da Trequanda conduce a Monte Follonico.
Di costĂŹ per termini artificiali dirimpettoa ponente percorrone insieme il crinale deâpoggi che dividonole due valli finchè alla Casanuova sottentra a confine il territorio della ComunitĂ di Pienza, con la quale lâaltra di Torrita fronteggia nella direzione da libeccio a grecale mediante termini artificiali per arrivare sulla via rotabile di Montepulciano. Lungo il corso di questâultima via continuano i territorj delle prenominate ComunitĂ fino al fosso della Buca, dove viene a confine quello della ComunitĂ di Montepulciano, con cui lâaltro di Torrita confina per lungo tragitto, da primo mediante il fosso deâGrilloni, tributario il piĂš alto del torrente Salarco, poscia mediante il Salarco stesso che lasciano fuori per entrare alla sua sinistra nel botro del Pian dellâOlmo , donde scendono nel fosso delle Balze. Quindi passando fra piagge cretose nella direzione settentrionale, tagliano la strada provinciale Laurentana che viene da Guardavalle e da Torrita, fino a che voltando alquanto direzione a grecale passano verso il podere del Confine attraversando la pianura lungo i torrenti Foenna e Fuga.
Finalmente i due territorj rasentando la ripa destra del torrente Fuga arrivano sul Canal Maestro della Chiana dirimpetto alla ComunitĂ di Cortona. Due strade provinciali attraversano il territorio di Torrita, cioè quella Longitudinale, o Cassia, che guida da Chiusi ad Arezzo passando a piè del poggio di Torrita, e lâaltra detta Laurentana che da Siena per Asciano e Asinalunga sbocca nello Stato Pontificio presso Valiano dopo essere passata dalla Terra di Torrita. â Sono poi comunitative e rotabili le strade che da Montepulciano e da Pienza per Monte Follonico conducono a Torrita.
Fra i corsi maggiori di acqua che percorrono o che rasentano il territorio di questa ComunitĂ , oltre il Canal Maestro ed il torrente Salarco, i quali ne lambiscono i confini, uno a grecale lâaltro a scirocco, si contano il Foena e la Fuga che il conte Fossombroni paragonò a quelli dellâAffrica che portano arene dâoro, per avere ridotto quei luoghi palustri a terre coltivabili. Rispetto al palude che nei secoli trapassati esisteva nella pianura di Torrita fra il Canal Maestro ed il corso della Foena, esso da qualche tempo fu convertito in fertili poderi, gran parte deâquali spettano alla fattoria della Corona detta dellâAbbadia. â Vedere Carte Idrauliche sullo stato antico e moderno della Val di Chiana del Cavalier Alessandro Manetti. (Firenze 1823.) Fra i molti fossi che raccolgono le acque del piano inferiore di Torrita, il piĂš singolare di tutti è quello della Fuga, che riceve le acque della Doccia dellâAmorosa , del Soraggiolo che vâinfluisce allâAbbadia, e del Corniolo, il quale scende da Torrita e che nel 1800 cessò di versare nella Foenna perchĂŠ destinato a colmare, come ha fatto, la pianura Torritese.
Fra le maggiori montuositĂ comprese in cotesto territorio havvi quella di Monte Follonico che presa al convento deâminori Osservanti può essere un cento di braccia circa inferiore al livello di Montepulciano. La qual cittĂ fu riscontrata dal Professor Padre Giovanni Inghirami dalla sommitĂ della torre del palazzo pubblico ascendere a 1076 braccia sopra il livello del mare.
Il Professor Giulj poi nella sua Statistica agraria della Val di Chiana indicò per approssimazione la Terra di Torrita a 500 braccia sopra il mare.
Rispetto allâindole del suolo che cuopre il territorio di questa ComunitĂ , oltre quanto fu indicato per la parte montuosa allâArticolo MONTE FOLLONICO, Volume III pagina 394, aggiungerò le osservazioni fatte del Professor Giulj nellâOpera testè rammentata, dove disse, che 300 braccia al di sopra di Torrita comparicono da primo gli strati di calce carbonata compatta (alberese) in quella parte del Monte Follonico châè situata fra mezzo giorno e ponente, cui ssovrappongono strati di marmo ordinario grigio, sui quali è fabbricato il paese di Monte Follonico. â La parte montuosa e coltivabile di questa ComunitĂ (seguita a osservare lo stesso A.) sarebbe formata nelle sue maggiori elevatezze di calce carbonata pietrosa, ma decomposta dalle meteore.
Molte colline sono di struttura simile a quella delle pendici di Montepulciano, ma i colli che circondano il capoluogo, ed in ispecie quelli che stendono la loro base verso il Canal Maestro sono assai fertili, siccome fertilissima è la maggior parte della pianura di Torrita, coperta da un terreno recentissimo di trasporto.
Rispetto al lignite da noi accennato nei contorni di Monte Follonico, aggiunge il Professor Giulj, che che quello del fossatello dâOrbigliano presso alla sua confluenza nel torrente Trove si trova in strati alti anco quattro braccia.
Col regolamento governativo del 2 giugno 1777 la ComunitĂ di Torrita fu formata dai popoli di Torrita, di Monte Follonico e di Ciliano, lâultimo deâquali costituiva una piccola ComunitĂ unita al comunello di Guardavalle.
In quanto allâarti e manifatture, oltre la fabbrica di vetri a Monte Follonico, si contano in Torrita due buone fabbriche di cappelli di feltro e tre tintorie, una filanda di seta e vari frantoj da olio.
In Torrita si tiene un piccolomercato settimanale nel giorno di sabato in un piazzale ridotto attualmente a locale per il giuoco del pallone.
Vi hanno luogo pure quattro fiere annue, le quali cadono nel 17 gennajo, nel secondo martedĂŹ di maggio, nel 6 agosto nel primo mercoledĂŹ di settembre.
Con la legge del 2 agosto 1838 fu soppresso il potestà di Torrita, e riunita la sua giurisdizione al vicario di Asinalunga, dove è la cancelleria Comunitativa.
Lâingegnere di circondario risiede in Fojano, lâuffizio di esazione del Registro, la conservazione dellâIpoteche ed il tribunale di Parma istanza sono in Montepulciano.
QUADRO della Popolazione della COMUNITAâdi TORRITA a cinque epoche diverse.
- nome del luogo: Ciliano, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 94, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 215, abitanti anno 1840 n° 208, abitanti anno 1843 n° 202 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Valentino e S.
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 300, abitanti anno 1833 n° 476, abitanti anno 1840 n° 831, abitanti anno 1843 n° 798 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Valentino (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S.
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 103, abitanti anno 1833 n° 134, abitanti anno 1840 n° 163, abitanti anno 1843 n° 159 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S.
Valentino), abitanti anno 1745 n° 302, abitanti anno 1833 n° 312, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 n° - - nome del luogo: TORRITA(*), titolo della chiesa: SS.
Martino e Costanza (Arcipretura e Collegiata), diocesi cui appartiene: Pienza (giĂ Arezzo), abitanti anno 1640 n° 1735, abitanti anno 1745 n° 1978, abitanti anno 1833 n° 2594, abitanti anno 1840 n° 3048, abitanti anno 1843 n° - Totale abitanti anno 1551: n° 2677 - Totale abitanti anno 1745: n° 2856 - Totale abitanti anno 1833: n° 3731 - Totale abitanti anno 1840: n° 4250 - Totale abitanti anno 1843: n° 4170 N.B. Nelle ultime due epoche dalla parrocchia di Torrita contrassegnata con lâasterisco (*) entravano nella vicina ComunitĂ - anno 1840: abitanti n° 224 - anno 1843: abitanti n° 231 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 4026 - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3939
Questa Terra di forma ovale, contornata di mura torrite, risiede intorno alla cresta di una collina tufacea, in mezzo a vigorose coltivazioni di olivi e di vigne, alla cui base scorre a levante il fosso Cornio, mentre dal lato di maesrtal enasce ai piedi della stessa collina i torrente Fuga.
Trovasi tra il grado 43° 10â4ââlatitudine ed il 29° 25â4ââlongitudine davanti allâubertosa Val di Chiana che gli si apre a levante nella direzione di Cortona, circa 6 miglia toscane a settentrione di Montepulciano, 4 miglia toscane a scirocco di Asinalunga, 10 a grecale di Pienza, intorno a 20 miglia toscane a maestrale di Chiusi 13 miglia toscane a scirocco di Siena e miglia 22 da Arezzo che trovasi al suo settentrione-grecale.
Lâorigine di cotesto paese si nasconde, al pari di quella di moltissimi altri, nella caligine deâsecoli, comecchè possa essere stato fabbricato e difeso da alcune torri, donde trasse il nome, ma in un terreno abitato dagli antichi Etruschi e Romani. â Checchè ne sia esso peraltro sino dal secolo XI era decorato della sua chiesa plebana di S.
Costanzo. Avvegnachè senza bisogno di confondere con questa Terra i documenti spettanti alla Torrita deâBenedettini di S. Flora di Arezzo, lâArchivio Diplomatico Fiorentino conserva fra le carte della Badia Amiatina un placito del 7 novembre 1037 tenuto nel contado senese di S. Costanzo a Torrita, nel casale di Ascianello , passato in seguito nella ComunitĂ di Montepulciano, davanti al conte Adalberto messo dellâImperatore Corrado. Alla cui presenza comparve lâavvocato del Monastero Amiatino per reclamare i beni e la chiesa di S. Apollinare in Feroniano, lâuna e gli altri stati donati al monastero di S. Salvadore sul Monte Amiata dalla contessa Willa vedova del Conte Ranieri col consenso dei Conti Bernardino e Ardingo di lei figliuoli.
Che la chiesa poi di S. Apollinare in Feroniano fosse situata dentro i confini della ComunitĂ di Torrita lo dichiara unâaltra membrana della stessa provenienza del 2 maggio 1324 scritta in camera dellâabbate del Monastero Amiatino, nel mentre che questi investiva un monaco in rettore e cappellano della chiesa di S. Apollinare in Feroniano , la qual cosa ivi si dichiara posta in Monte Follonico. â Vedere MONTE FOLLONICA, o FOLLONICO.
Inoltre la pieve di S. Costanzo a Torrita trovasi rammentata fra quelle del contado sanese comprese però nella diocesi aretina, delle quali Immone vescovo di Arezzo nellâanno 1045 cedè lâamministrazione alle dignitĂ del capitolo della sua cattedrale.
Lâabate De Angelis nel libro delle Notizie istoriche critiche di frate Giacomo da Torrita citò un istrumento di pace del 2 ottobre 1208 fra i Fiorentini e i Sanesi, nel quale fra le condizioni a carico deâSanesi eravi quella di far pace con gli uomini di Monte Follonico, di Torrita e di altri paesi del Sanese stati aderenti deâFiorentini.
A quellâepoca, opinava il De Angelis, poterono fabbricarsi le attuali mura castellane di Torrita ed aprirsi le tre porte, cioè, a levante Porta Carina, a ponente Porta a Pago, a mezzodĂŹ Porta a Sole. â Ma, oltre che una di quelle porte non fu edificata dalla Repubblica sanese prima del 1251, è certo altresĂŹ che le sue mura sono opera molto posteriore, siccome lo dĂ a conoscere un Rendimento di Conti sotto lâanno 1428, in cui si legge: che rivedeva la ragione Tommaso di Vannino orafo a Giovanni di Biagio operajo delle mura che si facevano in Torrita.
Lo stesso Archivio Diplomatico San. Nel Tomo II delle Pergamene (n.° 89) contiene copia di un privilegio dellâImperatore Ottone IV, dato lĂŹ 27 agosto 1210 nella Badia di S. Salvadore sul MontâAmiata, col quale concedeva in feudo al nobil uomo Spadacorta, ai di lui fratelli e nipoti i castelli di Torrita, della Ripa, di Bettolle, della Fratta, di Ciliano e di altri luoghi di quei contorni, i quali erano stati per lâinnanzi conceduti in feudo al fu Conte Walfredo della Valle. â (ARCH. DIPL. SAN.
Carta citata).
AllâArticolo BETTOLLE rammentai cotesto diploma sotto lâanno 1209, invece che fu scritto nellâagosto del 1210, epoca nella quale Ottone IV emanò altri privilegj a favore di quella Badia. â Vedere lâArticolo SIENA.
Che però da cotesti privilegj dati da un Imperatore scomunicato ottenessero quei signori assai poco, lo dimostrano i fatti seguenti: avvegnachè fino dal 1202 il villaggio di Ciliano era stato bruciato dai Sanesi allâoccasione della guerra contro i Montepulcianesi.
(ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo dellâAssunta n.° 67); e che nel 1214 i signori di quel castelletto concederono al governo di Siena facoltĂ di erigere sopra il poggio di Ciliano una torre a difesa delle sue genti contro i Montepulcianesi (localitĂ citata) â Vedere CILIANO.
Simili fatti darebbero quasi a credere che allora i Sanesi dubitassero della fede deâToritesi, massimamente dopochè Carlo dâAngiò re di Sicilia, con privilegio spedito da Teano li 8 dicembre del 1268, aveva concesso a Donusdeo di Lotteringo deâTolomei di Siena a titolo di feudeo nobile i castelli di Monte Follonico e di Monticchiello. â (ARCH. DIPL. SAN. T. IX delle Pergamene n .° 878).
Comunque andasse la bisogna, fatto e, che dalla metĂ almeno del secolo XIII e nel susseguente la Terra di Torrita divenne il baluardo deâSanesi in tutte le guerre che bene spesso si riaccesero fra essi ed i Montepulcianesi, come può rilevarsi dallâOpera dellâAbate De Angelis di giĂ citata e dagli Articoli MONTE FOLLONICO, e MONTE PULCIANO in questo Dizionario.
Nel 1251, il consiglio generale della Campana di Siena per deliberazione del 31 ottobre 1251 ordinò, che si fortificasse Torrita e vi si fabbricasse una porta, dove poco dopo (6 novembre) furono inviate a tale effetto quattro maestranze con lâordine di dar la paga ai balestrieri che erano alla guardia di cotesta Terra.
Anco nel 1270 dallo stesso consiglio della Campana fu deciso di rinviare a Torrita il potestĂ per invigilare che questa Terra ed i suoi abitanti si mantenessero fedeli alla Repubblica sanese.
Per simili ed altri casi risulterebbe, che i Torritesi fossero stati Guelfi piuttosto che Ghibellini, giacchè, dopo la battaglia di Benevento che pose il regno in potere di Carlo dâAngiò, venne restituita a Torrita il su potestĂ . â Nè minore fu il timore châebbero i Sanesi di perdere questo paese, allorchè Tacco deâPecorai, o deâMonaceschi della Fratta tentava dâinsignorirsi di Torrita, siccome poco dopo, sebbene per breve tempo, cotesta Terra collâajuto deâFiorentini cadde in potere di Deo di Guccio di Guelfo e di altri di lui fratelli della nobil famiglia Tolomei di Siena.
Dondechè i Signori Nove per decreto del dicembre 1322 inviarono gente dâarmi capitanate dal conte Ruggieri di Dovadola allora potestĂ di Siena per assediare Torrita, che dopo qualche mese di resistenza cadde in mano degli assedianti, i quali devastarono tutta la contrada, disfacendo le sue mura castellane. â (DEI, Cronic.
Sanese).
Che però le mura attuali debbano riportarsi, come si disse, ad unâepoca posteriore, e forse a quella del 1428, lo fa credere il fatto giĂ indicato, cioè di essere state in detto anno rivedute in Siena le ragioni a Giovanni di Biagio operajo rispetto alla costruzione delle mura di Torrita. â (ARCH. DELLE RIFORMAGIONI DI SIENA Vol. VI deâRendimenti di Conti, Classe B).
NĂŠ quel lavoro poteva dirsi terminato nel 1428, poichĂŠ anche nel 1464 si continuavano a fabbricare in Torrita le mura castellane da maestro Saracino da Como. â (loc. cit.
Classe C. Vol. CXIX.) Che piĂš? Nel 1528 dal magistrato di Balia di Siena fu decretato che col disegno del celebre architetto Baldassarre Peruzzi si restaurassero le mura di Torrita. â (DE ANGELIS Opere cit.) Coteste mura sono di mattoni, state contornate da torri quadrate, 7 delle quali tuttora esistenti, e due demolite, oltre che le tre porte antiche, stantechè nellâanno 1836 ne fu aperta una quarta sotto la giĂ Fraternita nella direzione della strada principale della Terra, la quale viene ora corredata allâestremitĂ superiore del paese di un vasto piazzale per le fiere; ed a poca distanza di lĂ stĂ forandosi presentemente un pozzo artesiano, la di cui trivella ha scandagliato finora un terreno cretaceo conchigliare sino alla profonditĂ di cento braccia.
Allâepoca pertanto del 1428 il popolo di Torrita doveva aver acquistato la buona grazia dei governanti di Siena.
Avvegnachè, oltre quanto si dirĂ tra poco, ciò apparisce da una deliberazione presa dai Signori Nove nel 10 dicembre del 1425, che decretarono per Torrita un potestĂ di prima classe; al cui arrivo annuale i Torritesi a forma deâloro statuti solevano presentare il regalo di due paja di polli, due staja di biada, due quarti di vino, sedici pani, una soma di paglia e libbre sei di candele.
Nel secolo decimoquarto era accaduto sotto il paese di Torrita (10 aprile 1358) un sanguinoso fatto dâarmi fra le masnade perugine e quelle senesi, dove questâultime restarono sconfitte con guasto del paese e del contado.
Ma piĂš ancora i Torritesi risentirono i danni della guerra, negli anni 1363 e 1383 quando nei suoi contorni ebbero luogo due fiere battaglie date dalle truppe sanesi, la prima ad una compagnia di avventurieri, detta del Cappelletto, nella quale fu fatto prigioniero il loro comandante duca di Feltro e di Urbino, lâaltra quando i Torritesi, sebbene coraggiosamente resistessero alle prime aggressione del capitano di ventura Baldino di Panicale, dovettero finalmente cedere a quelle masnade che saccheggiarono tutto il paese a guisa di avidi ladroni.
In vista di tanta fedeltĂ , e dei danni dai Torritesi ricevuti, il Comune di Siena nel 28 maggio del 1419 deliberò di condonare loro tutti i debiti per gravezze e dazj non pagati, accordando ai medesimi varj privilegj ed esenzioni. â (DE ANGELIS, Opera cit.) Lo stesso De Angelis fu di parere che la chiesa di S. Flora ed il pretorio con la sua torre esistenti in Torrita potessero essere opera della restaurazione di questa Terra, comecchè sulla facciata della chiesa medesima si legga lâanno 1430 della sua edificazione.
AllâArticolo GUARDAVALLE DI TORRITA fu detto, che cotesto luogo, di cui attualmente è restato il vocabolo a pochi poderi, aveva una chiesa parrocchiale sotto lâinvocazione di S. Stefano, stata riunita fino dal 1473 alla chiesa plebana deâSanti Costanzo e Martino a Torrita.
Dissi ancora che da questo stesso vico di Guardavalle prese il casato una nobile famiglia di Torrita, alla quale appella un istrumento del settembre 1327 ed una riformagione della Repubblica di Siena dellâagosto 1444.
Il piĂš volte citato De Angelis aggiunse, che i Torritesi nel principio del secolo XVI intrapresero a rendere piĂš decente la loro patria, sia con lâingrandimento di fabbriche particolari, sia con la fondazione di ospizj, di fraternite e di chiese, finchè nel 1553 conquistata dalle armi austro-ispano-medicee Torrita con il suo territorio fu riunito nel 1557 alla corona di Cosimo I, ed in seguito ai Granduchi di Toscana suoi successori, cui i Torritesi restarono costantemente fedeli.
Chiese e stabilimenti pubblici di Torrita. â Torrita attualmente ha una sola chiesa parrocchiale, cioè, la pieve deâSanti Costanzo e Martino, riedificata sulla fine del secolo passato. Lâantica esisteva fuori del paese in luogo denominato la pieve vecchia, comecchè piĂš tardi quella pieve venisse dedicata alla Madonna dellâUlivo. Essa era arcipretura quando nel 1648 fu innalzata a collegiata in concorrenza con lâaltra delle Sante Flora e Lucilla; ad entrambe le quali è comune il capitolo, composto di nove canonici con 5 dignitĂ , Arciprete, Preposto, Primicero, Arcidiacono e Tesoriere. â La pieve dentro al paese fu piĂš volte restaurata e ingrandita, siccome può congetturarsi dalle iscrizioni ivi esistenti.
In quella dell Sante Flora e Lucilla, fondata in piĂš piccola dimensione nel secolo XIV, furono innestati dei restauri nel secolo XVII.
HavvĂŹ costĂŹ un altare di S. Antonio, dove si ammira una tavola dipinta nel secolo XIV, e vi sĂŹ conserva in marmo scolpita nellâanno 1444 lâarme della famiglia pecorai, dalla quale discendeva al parere di alcuni il famoso Ghino di Tacco.
Esistono dentro Torrita altre due chiese, S. Croce e la Santissima Annunziata, nellâultima delle quali è da vedersi un quadro del Vanni rappresentante lâAnnunziazione.
Lo spedale di Torrita istituito per i pellegrini, aveva nel secolo XIV unâamministrazione separata da quella di una pia congrega secolare denominata la Fraternita, cui esso con i suoi beni nel 1611 fu riunito. Annessa a questa fabbrica vi è la scuola comunitativa, che nei tempi andati estendeva i suoi insegnamenti anche alle belle lettere.
Tuttociò diede motivo, dice il De Angelis, ad innalzare in Torrita dopo la metĂ del secolo XVIII un teatro, stato restaurato nellâanno 1824. Anche costĂŹ fu eretta una delle solite accademie letterarie che prese per nome ed emblema quello che tuttora conserva di Oscuri.
Ma la cosa che fa molto onore a questa Terra è quella di essere stata la patria di Fra Giacomo da Torrita, primo ristoratore dellâarte musivaria in Italia, e autore dei mosaici fatti nel 1225 nella tribuna di S. Giovanni in Firenze, e piĂš tardi in Roma.
Non meno noto nella storia militare è quel Ghino di Tacco da Torrita creduta della famiglia Pecorai, o come altri vogliono della casa Monaceschi, il quale Ghino fornÏ argomento al Boccaccio per una delle sue cento Novelle.
Finalmente Torrita ha dato molte famiglie nobili, fra le quali le giĂ citate dei Pecorai e deâGuardavalli.
MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI TORRITA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 174; totale della popolazione 1735.
ANNO 1745: Impuberi maschi 311; femmine 281; adulti maschi 338, femmine 355; coniugati dei due sessi 670; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 348; totale della popolazione 1978.
ANNO 1833: Impuberi maschi 418; femmine 364; adulti maschi 447, femmine 414; coniugati dei due sessi 928; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 461; totale della popolazione 2594.
ANNO 1840 (*): Impuberi maschi 510; femmine 462; adulti maschi 473, femmine 412; coniugati dei due sessi 950; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 515; totale della popolazione 2824.
ANNO 1843 (*): Impuberi maschi 458; femmine 418; adulti maschi 485, femmine 442; coniugati dei due sessi 948; ecclesiastici dei due sessi 19; numero delle famiglie 512; totale della popolazione 2770.
N.B. (*) Le frazioni degli abitanti della parrocchia di Torrita che negli anni 1840 e 1843 escivano fuori di ComunitĂ non si sono contemplate.
ComunitĂ di Torrita . â Il territorio di questa ComunitĂ occupa una superficie di 16540 quadr. 462 dei quali spettano a corsi dâacqua ed a pubbliche strade.
Nel 1833 vi si trovava una popolazione di 3731 abitanti a proporzione di 186 persone per ogni miglio quadrato di territorio soggetto allâimposta fondiaria.
Confina con cinque ComunitĂ del Granducato, 4 delle quali alla sinistra del Canal Maestro, e una alla sua destra.
â Ă questâultima la ComunitĂ di Cortona, con la quale lâaltra di Torrita fronteggia dirimpetto a grecale per mezzo miglio mediante il Canal Maestra della Chiana, a partire dalla confluenza del torrente Fuga dirimpetto al rio delle Chianacce fino allo sbocco del fosso Tonante. CostĂ lascia il Canal Maestro per rivolgersi a settentrione difronte al territorio comunitativo di Asinalunga, con il quale questo di Torrita cammina di conserva, da prima mediante il corso retrogrado del fosso Tornante, quindi per la via comunale detta del Restone, e di lĂ andando incontro alla corrente del fosso Fratta, sul quale attraversano la via provinciale Lauretana dirimpetto ai poderi di Guardavalle. Infine lasciano a levante il fosso predetto per entrare nella strada Lauretana e dirigersi a ponente-maestrale nel fosso della Doccia di Amorosa che rimontano verso la sommitĂ deâpoggi, la cui faccia meridionale acquapende nel Val dâAsso. Strada facendo il territorio di Torrita trova di fronte a maestrale la ComunitĂ di Trequanda, con la quale continua a percorrere verso le sorgenti della Doccia prenominata per arrivare presso quelle del torrente Trove sulla strada comunale che da Trequanda conduce a Monte Follonico.
Di costĂŹ per termini artificiali dirimpettoa ponente percorrone insieme il crinale deâpoggi che dividonole due valli finchè alla Casanuova sottentra a confine il territorio della ComunitĂ di Pienza, con la quale lâaltra di Torrita fronteggia nella direzione da libeccio a grecale mediante termini artificiali per arrivare sulla via rotabile di Montepulciano. Lungo il corso di questâultima via continuano i territorj delle prenominate ComunitĂ fino al fosso della Buca, dove viene a confine quello della ComunitĂ di Montepulciano, con cui lâaltro di Torrita confina per lungo tragitto, da primo mediante il fosso deâGrilloni, tributario il piĂš alto del torrente Salarco, poscia mediante il Salarco stesso che lasciano fuori per entrare alla sua sinistra nel botro del Pian dellâOlmo , donde scendono nel fosso delle Balze. Quindi passando fra piagge cretose nella direzione settentrionale, tagliano la strada provinciale Laurentana che viene da Guardavalle e da Torrita, fino a che voltando alquanto direzione a grecale passano verso il podere del Confine attraversando la pianura lungo i torrenti Foenna e Fuga.
Finalmente i due territorj rasentando la ripa destra del torrente Fuga arrivano sul Canal Maestro della Chiana dirimpetto alla ComunitĂ di Cortona. Due strade provinciali attraversano il territorio di Torrita, cioè quella Longitudinale, o Cassia, che guida da Chiusi ad Arezzo passando a piè del poggio di Torrita, e lâaltra detta Laurentana che da Siena per Asciano e Asinalunga sbocca nello Stato Pontificio presso Valiano dopo essere passata dalla Terra di Torrita. â Sono poi comunitative e rotabili le strade che da Montepulciano e da Pienza per Monte Follonico conducono a Torrita.
Fra i corsi maggiori di acqua che percorrono o che rasentano il territorio di questa ComunitĂ , oltre il Canal Maestro ed il torrente Salarco, i quali ne lambiscono i confini, uno a grecale lâaltro a scirocco, si contano il Foena e la Fuga che il conte Fossombroni paragonò a quelli dellâAffrica che portano arene dâoro, per avere ridotto quei luoghi palustri a terre coltivabili. Rispetto al palude che nei secoli trapassati esisteva nella pianura di Torrita fra il Canal Maestro ed il corso della Foena, esso da qualche tempo fu convertito in fertili poderi, gran parte deâquali spettano alla fattoria della Corona detta dellâAbbadia. â Vedere Carte Idrauliche sullo stato antico e moderno della Val di Chiana del Cavalier Alessandro Manetti. (Firenze 1823.) Fra i molti fossi che raccolgono le acque del piano inferiore di Torrita, il piĂš singolare di tutti è quello della Fuga, che riceve le acque della Doccia dellâAmorosa , del Soraggiolo che vâinfluisce allâAbbadia, e del Corniolo, il quale scende da Torrita e che nel 1800 cessò di versare nella Foenna perchĂŠ destinato a colmare, come ha fatto, la pianura Torritese.
Fra le maggiori montuositĂ comprese in cotesto territorio havvi quella di Monte Follonico che presa al convento deâminori Osservanti può essere un cento di braccia circa inferiore al livello di Montepulciano. La qual cittĂ fu riscontrata dal Professor Padre Giovanni Inghirami dalla sommitĂ della torre del palazzo pubblico ascendere a 1076 braccia sopra il livello del mare.
Il Professor Giulj poi nella sua Statistica agraria della Val di Chiana indicò per approssimazione la Terra di Torrita a 500 braccia sopra il mare.
Rispetto allâindole del suolo che cuopre il territorio di questa ComunitĂ , oltre quanto fu indicato per la parte montuosa allâArticolo MONTE FOLLONICO, Volume III pagina 394, aggiungerò le osservazioni fatte del Professor Giulj nellâOpera testè rammentata, dove disse, che 300 braccia al di sopra di Torrita comparicono da primo gli strati di calce carbonata compatta (alberese) in quella parte del Monte Follonico châè situata fra mezzo giorno e ponente, cui ssovrappongono strati di marmo ordinario grigio, sui quali è fabbricato il paese di Monte Follonico. â La parte montuosa e coltivabile di questa ComunitĂ (seguita a osservare lo stesso A.) sarebbe formata nelle sue maggiori elevatezze di calce carbonata pietrosa, ma decomposta dalle meteore.
Molte colline sono di struttura simile a quella delle pendici di Montepulciano, ma i colli che circondano il capoluogo, ed in ispecie quelli che stendono la loro base verso il Canal Maestro sono assai fertili, siccome fertilissima è la maggior parte della pianura di Torrita, coperta da un terreno recentissimo di trasporto.
Rispetto al lignite da noi accennato nei contorni di Monte Follonico, aggiunge il Professor Giulj, che che quello del fossatello dâOrbigliano presso alla sua confluenza nel torrente Trove si trova in strati alti anco quattro braccia.
Col regolamento governativo del 2 giugno 1777 la ComunitĂ di Torrita fu formata dai popoli di Torrita, di Monte Follonico e di Ciliano, lâultimo deâquali costituiva una piccola ComunitĂ unita al comunello di Guardavalle.
In quanto allâarti e manifatture, oltre la fabbrica di vetri a Monte Follonico, si contano in Torrita due buone fabbriche di cappelli di feltro e tre tintorie, una filanda di seta e vari frantoj da olio.
In Torrita si tiene un piccolomercato settimanale nel giorno di sabato in un piazzale ridotto attualmente a locale per il giuoco del pallone.
Vi hanno luogo pure quattro fiere annue, le quali cadono nel 17 gennajo, nel secondo martedĂŹ di maggio, nel 6 agosto nel primo mercoledĂŹ di settembre.
Con la legge del 2 agosto 1838 fu soppresso il potestà di Torrita, e riunita la sua giurisdizione al vicario di Asinalunga, dove è la cancelleria Comunitativa.
Lâingegnere di circondario risiede in Fojano, lâuffizio di esazione del Registro, la conservazione dellâIpoteche ed il tribunale di Parma istanza sono in Montepulciano.
QUADRO della Popolazione della COMUNITAâdi TORRITA a cinque epoche diverse.
- nome del luogo: Ciliano, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 94, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 215, abitanti anno 1840 n° 208, abitanti anno 1843 n° 202 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Valentino e S.
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 300, abitanti anno 1833 n° 476, abitanti anno 1840 n° 831, abitanti anno 1843 n° 798 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Valentino (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S.
Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 103, abitanti anno 1833 n° 134, abitanti anno 1840 n° 163, abitanti anno 1843 n° 159 - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S.
Valentino), abitanti anno 1745 n° 302, abitanti anno 1833 n° 312, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 n° - - nome del luogo: TORRITA(*), titolo della chiesa: SS.
Martino e Costanza (Arcipretura e Collegiata), diocesi cui appartiene: Pienza (giĂ Arezzo), abitanti anno 1640 n° 1735, abitanti anno 1745 n° 1978, abitanti anno 1833 n° 2594, abitanti anno 1840 n° 3048, abitanti anno 1843 n° - Totale abitanti anno 1551: n° 2677 - Totale abitanti anno 1745: n° 2856 - Totale abitanti anno 1833: n° 3731 - Totale abitanti anno 1840: n° 4250 - Totale abitanti anno 1843: n° 4170 N.B. Nelle ultime due epoche dalla parrocchia di Torrita contrassegnata con lâasterisco (*) entravano nella vicina ComunitĂ - anno 1840: abitanti n° 224 - anno 1843: abitanti n° 231 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 4026 - RESTANO abitanti anno 1843: n° 3939
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 549.
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